Capelli lunghi, barba incolta, inseparabile dal suo chewingum. Inarrestabile nella corsa, glaciale nell’area di rigore. Ha militato nella compagine azzurra dal ’99 al 2000 e per i tifosi azzurri era semplicemente Sansone. Parliamo, ovviamente, di Stefan Schwoch ex attaccante di Napoli, Livorno e Torino, attuale direttore sportivo del Vicenza.
Il centravanti vicentino deteneva fino a poco tempo fa un record nella storia del Calcio Napoli: sono suoi, infatti, 22 goal in 35 partite in maglia azzurra, nella stagione che confermò la promozione in serie A. Tale primato è stato però battuto da Edinson Cavani con 26 reti in 36 presenze in campionato, nella scorsa stagione. E qualche somiglianza anche fisica con l’attuale bomber azzurro a pensarci bene, in effetti c’è, ma quello che maggiormente hanno in comune è sicuramente il vizio del goal.
Stefan – Sansone è rimasto nel cuore dei sostenitori non solo perché le sue reti sono state incisive per ottenere il passaggio nella massima serie, ma perché è ricordato come luce in uno dei periodi più bui della storia della società. A Napoli e al Napoli, ha dedicato anche una canzone: “Napoli mia Napoli”, nella quale esternava il suo amore per la squadra e la città, accompagnato dall’ allora piccolo Jacopo, suo figlio.
Insomma, il paragone del vicentino all’eroe mitologico Sansone – che viene definito combattente dalla forza straordinaria, concessagli direttamente da Dio – non sembra essere prodotto a caso.
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Francesca Forte
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