C’è chi inizia a giocare a calcio per passione, chi per gioco, chi invece, come è capito a Marek Hamsik, è predestinato ancor prima che nasca. La storia di Marek è una di quelle storie particolari che colpiscono non tanto per la drammaticità o per situazioni familiari complicate, ma per la tenacia con cui in 24 anni, questo ragazzo non ha mai smesso di lottare, di impegnarsi e di dare tutto se stesso, senza remora alcuna. I genitori avevano appena 18 anni quando è nato Marek; il padre Richard era un calciatore, mentre la mamma, Renata, era una famosa giocatrice di pallamano. Una famiglia di atleti quindi, che hanno comprato le scarpette per il piccolo “oro colato” ancor prima che nascesse.
Tutti i sacrifici che venivano fatti dai due genitori erano sempre ricambiati dalle grandi soddisfazioni che Marek era capace di dar loro: ad appena quattro anni papà Richard iscrisse Marek al club Jupie Podlavice e, pur giocando con calciatori molto più grandi, il piccolo Hamsik esprimeva già la propria immensa classe. Era sempre il “migliore” e si dimostrò già un campione quando, nell’autunno del 1998, nella partita contro la diretta concorrente Dolna Strehova, segnò ben 16 reti in 90 minuti. Numeri da capogiro per un ragazzino così piccolo eppure quell’aggettivo di “campione”, da allora, lo ha sempre accompagnato.
Ma nemmeno la vita di un talento è sempre ricca di momenti felici. Per quanto persino lo Sparta Praga fosse interessato al giovane 14enne e sebbene appena tre giorni prima di compiere 16 anni, avvenne l’esordio in serie A di Marek, in cui fu subito notato dal manager del Brescia, Maurizio Michelli, non fu tutto semplice per il giovane slovacco. Infatti quando Marek, dopo l’interessamento dello Sparta Praga, arrivò allo Slovan Bratislava c’era un periodo di difficoltà per il club: non c’erano abbastanza soldi per acquistare il suo cartellino dallo Jupie Podlavice. Così suo papà, per riscattarlo, decise di vendere l’automobile e di chiedere del denaro in prestito. Marek non sapeva di questa storia, solo quando arrivò in italia papà Richard glielo raccontò. In Italia Hamsik arrivò presto, proprio nel Brescia che ne acquistò il cartellino per la cifra di 60000 euro circa e permise il suo esordio nel campionato italiano il 25 Marzo 2005.
Insomma, i sacrifici e quel sano ottimismo che la famiglia Hasmik donava al figlio giorno dopo giorno, hanno fatto sì che potesse giungere in Italia e coronare non solo il suo sogno ma anche ripagare tutta la famiglia per quanto fatto per lui. Non c’è da meravigliarsi quindi della sua professionalità, della sua educazione, del suo impegno costante anche quando le cose non vanno nel modo migliore: Marek ha alle sue spalle una storia fatta di forza di volontà, di ottimismo e di supporto costante.
Dal Brescia al Napoli il passo fu assai breve e la storia la conosciamo tutti: acquistato il 28 giugno 2007 per 5 milioni e mezzo di euro con un contratto quinquennale ed una maglia che oggi rappresenta una leggenda, il numero 17, Marek Hamsik è diventato la bandiera di una squadra forte, tenace e sicura di sè; proprio come quel ragazzino che, a 4 anni, si allenava a credere nei sogni.
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