Era il 16 Marzo del 1969, quel giorno il bomber siciliano “Tano” Troja mise a segno una doppietta alla “Favorita”, ribaltando il gol iniziale di Barison.
Come oggi, anche all’epoca il pubblico siciliano era tra i più calorosi d’Italia, e quando l’arbitro Sbardella non assegnò un rigore “solare” per un mani in area di Totonno Juliano, per poi concedere un rigore generoso agli azzurri, il pubblico pensò subito ad un “aiutino” dovuto a qualche “episodio” capitato nell’intervallo (in realtà si dirà che il neo presidente azzurro Ferlaino, in carica da pochi mesi, scese negli spogliatoi per inveire contro l’operato dell’arbitro, reo a suo parere di aver diretto un primo tempo troppo “casalingo”).
Il rigore concesso agli azzurri venne realizzato da “core ngrato” Jose Altafini, il quale, sciaguratamente, fece il classico “gesto dell’ombrello” alla curva rosanero, che accettò la provocazione e, in occasione del vantaggio di Miceli al ’75, smise i panni di “pubblico composto e corretto” per vestire quelli dei più agguerriti Hooligans: il risultato fu un pomeriggio da cani, arbitro e guardalinee fatti allontanare da un elicottero di fortuna, squadra partenopea scortata dalla polizia e caricata sulle proprie camionette, 15 arresti e tanta paura per coloro che s’aspettavano di vedere solo una partita di calcio. Il giudice sportivo decise di assegnare lo “0-2” a tavolino in favore del Napoli, e 3 turni di squalifica alla “Favorita”.
E’ lecito pensare che, a seguito di quel match, la “macumba palermitana” ha colpito nel segno, poichè il Napoli non ha mai più violato lo Stadio dei rosanero. Addirittura, dal 2007 il Napoli esce sconfitto dal terreno di gioco palermitano per lo stesso medesimo risultato, quell’ingannevole 2-1 che puntualmente ci ha condannato a cedere i tre punti. I tifosi napoletani si augurano che l’amuleto “Vargas” faccia effetto ed aiuti la sorte a girare lo sguardo dalla parte degli azzurri.