Il Napoli ha lavorato bene anche quando sembrava brancolare nel buio, ma qualche dubbio resta. Due idee su come investire i 25 milioni di Verdi

Il gong è suonato e anche quest’anno, dopo tre lunghi ed estenuanti mesi il calciomercato volge al termine. A metà tra il reale e il gossip, si sono consumate trattative importanti e meno, con il solito giro d’affari e valzer da fiato sospeso. L’ultimo giorno, d’altronde, è sempre un grandissimo crescendo d’emozioni. C’era anche il Napoli, affacciatosi prestissimo in questa sessione, che ha lavorato a lungo e bene, pur lasciando qualche dubbio. Un breve recap, con qualche considerazione sparsa posta come dibattito, non guasterebbe.

Sì, ma alla fine cosa ha fatto il Napoli?
Si registrano gli acquisti di Di Lorenzo, Manolas, Elmas, Lozano e Llorente. Senza cessioni dolorose se non quella forzata di Albiol, che però l’anno scorso ha saltato circa mezza stagione per problemi fisici. In entrata, un lavoro indiscutibilmente ottimo. Ognuno di questi calciatori aggiunge un qualcosa di inedito nel Napoli e soprattutto completa la squadra chiesta da Ancelotti. In uscita, lascia Chiriches, lascia Verdi, ormai diventato di troppo. In attacco restano in sette. Hanno lasciato Diawara, Rog, Ounas. Tutti hanno portato o porteranno un bel gruzzoletto. 25 milioni per Verdi e 12 per Chiriches: un affare, in uscita. Non ha lavorato così oculatamente l’Inter, che ha ceduto tre gioielli (Perisic, Nainggolan, Icardi) in prestito, né la Juventus, che s’è ingolfata sulle cessioni. In definitiva, il Napoli si è mosso bene e ha lavorato bene anche quando ha dato la sensazione che brancolasse nel buio.

E James?
Che James volesse il Napoli non è un segreto. L’operazione serviva per un rilancio di un calciatore dalle indiscutibili qualità ma deludente da due stagioni. Serviva più il Napoli a lui che non il contrario. Indiscutibilmente sarebbe stato un colpo da novanta, forse la sua assenza si farà sentire. Forse, di fatto, costringerà Carlo Ancelotti a mettere in soffitta l’idea del trequartista. Ma a 42 milioni di euro, dopo 25 partite saltate per infortunio in due anni, con un contratto di 5.5 milioni all’anno, per i parametri del Napoli sarebbe stata una scelta poco ponderata. Giusto, invece, voler ricevere prima le garanzie. A quel punto, quei 42 milioni sono stati reinvestiti in Lozano, nome meno altisonante, ma in piena ascesa e ritenuto (e presentato come) una prossima star internazionale. Il suo esordio garantisce la bontà della scelta. Meno giusto, invece, esporsi forse un po’ troppo a livello mediatico su James. Ragionamento a parte sul trequartista: qualche altro nome sul mercato c’era, Mkhitaryan e De Paul su tutti.

James al Real

E Icardi?
Non capita tutti i giorni la ghiotta occasione di acquistare uno dei più forti centravanti al mondo a 60 milioni. Nessun dubbio: su Icardi, il Napoli doveva andare. E infatti ci è andato. E ha aspettato e aspettato e aspettato, ma niente: Icardi non voleva andarci, al Napoli. E i suoi discutibili comportamenti avrebbero fatto sorgere dubbi a qualsiasi dirigente. Alla fine, dopo le polemiche e la causa legale, Mauro ha scelto il PSG. In prestito. In Italia, invece, l’Inter non l’avrebbe mai ceduto con la medesima formula.

Nessun piano B oltre Icardi?
No. Non c’era. Il Napoli ha ristretto la lista a due nomi: Icardi o Milik. Non c’era un altro che fosse indubbiamente e nettamente più forte del polacco e che rappresentasse l’occasione economica di Icardi. E che, soprattutto, rientrasse nei parametri del Napoli. Non Zapata, non Batshuayi, non Ben Yedder. E quindi si è andati su Llorente, che ha esperienza, anche europea, e che dà caratteristiche che in rosa sono inedite e che possono sempre tornare utili tra uno spezzone e l’altro.

Ma quindi il Napoli è più forte della Juve? Il gap è colmato?
No, il gap resta e la prima ora da incubo allo Stadium lo dimostra e lo sottolinea. Il Napoli paga qualche problema tattico e nell’organizzazione difensiva, la mediana a due con il trequartista – per ora – non convince. Non convince Fabiàn, che in quella zona soffre e che invece dà il meglio di sé quando il pallone ce l’ha fra i piedi, con lo sguardo rivolto verso la porta. Ci sono alcune cose che non hanno convinto, sul mercato. La gestione dei terzini, ad esempio. Buonissimo l’acquisto di Di Lorenzo, errato nel precampionato insistere su Hysaj, prima in uscita, poi confermato, poi al Valencia, poi ancora confermato. Malcuit, nelle prime uscite ufficiali e non, è stato messo in naftalina. Può pesare inoltre l’assenza di un elemento con le caratteristiche di Allan o di un uomo che magari permettesse all’occorrenza di passare al 4-3-3 senza snaturare nessuno degli altri centrocampisti in rosa. Due nomi? Seri e Bennacer. C’è tanta qualità, nel centrocampo del Napoli: latitano, però, esperienza e centimetri. Peserà a lungo andare? Ragionamento a margine su Verdi: quei 25 milioni futuri, per il riscatto dell’ex Bologna, potevano essere reinvestiti meglio, magari per qualche colpo in prospettiva o in virtù di una plusvalenza futura. Nel primo caso, Vignato alla Samp è sfumato, il 2000 del Chievo sembra un predestinato o quasi. Nel secondo caso, Kevin Lasagna avrebbe potuto rappresentare un bis dell’operazione Inglese.

Di voti non se ne danno in queste righe. Per i verdetti è presto, mancano 36 partite di campionato e la Champions, invece, non ha ancora aperto i battenti. L’unico giudice del Napoli sarà il campo, la capacità di trovare in fretta la quadra e restare in corsa su tutti i tre fronti.

Di Vittorio Perrone

Home » Notizie Napoli Calcio » Copertina Calcio Napoli » Il Napoli ha lavorato bene anche quando sembrava brancolare nel buio, ma qualche dubbio resta. Due idee su come investire i 25 milioni di Verdi

Gestione cookie