Il giorno dopo Napoli-Liverpool, ci si risveglia con la consapevolezza che Carlo Ancelotti sta inculcando il suo meccanismo difensivo nei movimenti della retroguardia difensiva. Palle alte, disimpegni e chiusure, diagonali e interventi. Tutto giusto, tutto perfetto. A partire da Koulibaly, che aveva bisogno di una partita così per riscattare l’autogol contro la Juventus, a Manolas, che incomincia a dare segnali di intesa con i compagni di reparto, da Giovanni Di Lorenzo a Mario Rui.
Uno arrivato in sordina e con sospetto da parte dei tifosi; l’altro, Mario Rui, proprio lui, tanto criticato un anno fa proprio in occasione della partita contro il Liverpool e che questa volta esce tra gli applausi scroscianti del pubblico, non solo a fine gare ma anche durante il match quando con presunzione e superbia ha arpionato più volte il pallone e arginato le ripartenze del temutissimo Salah. Proprio Di Lorenzo è ormai perfettamente a suo agio nell’interpretare il ruolo di terzino bloccato.
I tre centrali in fase di possesso diventavano poi 5 con Allan e Fabian Ruiz, per garantire superiorità numerica costante contro i 3 offensivi del Liverpool e attirare Milner ed Henderson in avanti. Più avanti, Insigne stringeva la sua posizione a sinistra per lasciare spazio alle avanzate di Mario Rui, mentre dall’altro lato Callejon era più defilato.
Serviva del tempo e Carlo Ancelotti lo sapeva. Ma sembrava anche lui scettico dopo le prime uscite, qualcosa non andava e lui lo aveva capito e nelle dichiarazioni dopo la sconfitta contro la Juve l’aveva fatto trapelare. Ed è da quella partita che la difesa è ripartita.
Due gare, una di campionato e una di Champions, per giunta contro il Liverpool senza prendere gol. E adesso chi ripensa alla difesa di burro delle prime giornate può solo elogiare il lavoro svolto dallo staff, e la consapevolezza che hanno ottenuto nel giro due settimane stanando Manè, Firmino e Salah, attacco campione in carica, insieme con il puntuale portiere Meret, sempre pronto e preciso soprattutto quando è stato chiamato a fare agli straordinari con la parata su Salah.
Se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono.
Klopp aveva recuperato in extremis Robertson sulla fascia sinistra con l’unica novità rappresentata da Milner che alla fine ha vinto il ballottaggio con Oxlade-Chamberlain e Wijnaldum. Ancelotti, invece, ha scelto il consueto 4-4-2 con una linea difensiva: Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui. A centrocampo Fabian Ruiz è stato confermato davanti alla difesa dopo la partita contro la Sampdoria, questa volta in coppia con Allan, con Insigne e Callejon ai loro lati. Così il Liverpool ha provato a sfondare dal centro, utilizzando Firmino come perno, ma Manolas ha sempre usufruito delle sue doti nell’ anticipo e ha costretto gli avversari ad attaccare attraverso le corsie laterali. Mentre il Napoli ha mantenuto il suo 4-4-2 compatto al centro seguendo sempre il movimento della palla pressando individualmente la costruzione del gioco dei Reds. Di qui infatti il Liverpool non è riuscito a produrre gioco tramite le azioni manovrate.
Com’è che faceva allora il ritornello della nota canzone di Max Pezzali? “Se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono” e questa volta, se Davide è riuscito a vincere contro Goliam deve ringraziare proprio la fase difensiva, perchè il gioco passa tutto dalla difesa!
Martina Amitrano