Alla rete del pareggio di Edinson Cavani, ieri notte al San Paolo, è venuto fuori tutto il sarcasmo, ma anche l’amarezza, della tifoseria partenopea: “De Sanctis onde evitare…mettiti a ballare”.
La strana vicenda del portierone pescarese aiuta a capire come tutto l’ambiente del calcio italiano sia stranamente molto ricettivo e attento (per usare degli eufemismi) sulle vicende di Casa Napoli. La triste sensazione è che molti appassionati di calcio della penisola aspettino la società di Aurelio De Laurentiis al varco, sperando in qualche magagna da parte di qualche giocatore o dirigente azzurro. Sembra quasi tangibile e traducibile il pensiero di questi personaggi: “Ma come?!” – sembrano affermare- “la Juventus e l’Atalanta pur rappresentando calcisticamente due città evolute e civili, come Torino e Bergamo, sono rimaste invischiate in vicende losche e vergognose (calciopoli e calcioscommesse). Sarà mai possibile che la squadra di Napoli, città criminale e immorale, non abbia di questi problemi etici e giudiziari?”.
Per fortuna a mettere una pietra “definitiva” sulla vicenda che ha coinvolto Morgan De Sanctis ci ha pensato il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ieri a Napoli per un convegno: “Credo che non si debba scatenare una caccia alle streghe e che non si debba, in questo periodo, passare al setaccio le immagini per trovare situazioni che, in momenti normali, passerebbero inosservate. I gesti di un giocatore non possono scatenare un processo mediatico e il ruolo della stampa è fondamentale in queste circostanze. Il Napoli è un modello che combina alla perfezione una sana strategia finanziaria con dei risultati sportivi eccellenti. I risultati in Champions sono motivo d’orgoglio: è un esempio di società virtuosa“.
Marco Soffitto