L’ha assaporata solo dalla panchina, ma per Giovanni Di Lorenzo la gioia della nazionale resta impareggiabile. O forse no. Di sicuro, gli ultimi giorni gli hanno riservato avvenimenti non da poco. Prima i complimenti, gli occhi soddisfatti di chi lo sta osservando da tempo al Napoli. Poi la nazionale, l’incontro e la stretta di mano a Papa Francesco. Prossimo passo? L’esordio con il tricolore cucito al petto. Forse.
Non ne abbiamo le certezze né tanto meno la capacità di leggere nella mente del Mancio, ma dati alla mano le occasioni potrebbero capitare prima del previsto. Martedì? Possibile.
Alle 20.45 l’Italia andrà a giocare in Liechtenstein, contro uno dei fanalini di un girone ormai vinto dagli azzurri. Che sia l’occasione giusta per l’esordio di Di Lorenzo? Le percentuali non sono altissime, ieri quando le condizioni di D’Ambrosio preoccupavano Mancini ha preferito far scaldare Izzo, ma non è detta l’ultima parola.
Le parole che invece possono essere d’ausilio sono proprio quelle del Mancio, in conferenza stampa:
“Dobbiamo finire prima bene il girone, sarà fondamentale per il sorteggio essere testa di serie. Poi ci saranno dei ragazzi che debutteranno come Tonali, Castrovilli e Di Lorenzo“.
L’Italia affronterà ora Lichteinstein, Bosnia e Armenia (queste due a novembre), dopodiché si cimenterà in due amichevoli a marzo. Più verosimilmente, sarà quello il periodo d’esordio per Di Lorenzo. Intanto, per lui è arrivata anche la benedizione di Acerbi. Il difensore della Lazio ha dichiarato ieri a SpazioNapoli:
“L’ho visto nel Napoli, è titolare e gioca bene. Ci ho scambiato qualche parola, vedo che è un ragazzo umile, si vede che ha la testa sulle spalle, si nota subito. Ha tutto il futuro dalla sua, con la testa c’è.
Discorso analogo per Meret, che oltre a Donnarumma deve sfidare l’agguerrita concorrenza dell’ottimo Sirigu. Dalla sua parte, però, c’è l’età: a 22 anni Meret ha il tempo per apprendere e puntare al posto da titolare per i mondiali 2022. All’Europeo ci dovrebbe essere e giocarsi il posto da secondo con Sirigu, a meno che non gli dovesse esser preferito Gollini.