Ezequiel Ivan Lavezzi, meglio conosciuto come il Pocho, ha lasciato un ricordo indelebile a tutti i tifosi del Napoli. Oggi l’argentino ha annunciato il suo addio al calcio giocato e chi ha potuto godere delle sue magie, non può che ripensare a tutto quello che di bello ha lasciato all’ombra del Vesuvio.
“Questa partita la ricorderò per sempre perché è l’ultima della mia carriera. Voglio godermi i miei figli e la mia famiglia. È il momento giusto per prendere questa decisione“. Queste sono state le sue parole al termine della sua ultima partita con la maglia del Hebei Fortune in cui è andato anche a segno.
Questo post in breve
DOVE TUTTO È COMINCIATO
Il 6 luglio 2007 è una data che i tifosi azzurri difficilmente dimenticheranno, Lavezzi firma un contratto di cinque anni e insieme a lui arriva un altro pezzo di storia azzurra: Marek Hamsik. Il Pocho si presenta in maniera favolosa, una tripletta al Pisa in coppa Italia fa già intendere che di questo ragazzo un po’ paffutello dai capelli lunghi se ne parlerà tanto. Il suo primo anno azzurro è una favola da raccontare, a fine stagione sarà il calciatore più tartassato della Serie A, per fermarlo non c’erano soluzioni se non quella di commettere fallo.
La scintilla d’amore scocca probabilmente a Udine dove il Napoli vince 0-5 trascinato proprio dal suo nuovo beniamino argentino che sigla uno dei suoi primi capolavori in maglia azzurra. I tifosi non sanno che la prima prodezza del Pocho in serie A è solo l’inizio di una magnifica storia d’amore. Da quel momento le strade di Napoli si coloreranno di maglie azzurre, con la scritta ‘Lavezzi’ sulle spalle, indossate dai più piccoli ai più anziani, perché quello che ha lasciato l’argentino lo sa solo il tifoso del Napoli.
DAL 7 AL 22
Dal numero 7 al 22, sono questi i due numeri che il Pocho ha indossato nei suoi trascorsi azzurri. Mai stato un vero e proprio goleador, Lavezzi ha sempre preferito far segnare i suoi compagni di squadra, quando però era lui a depositare il pallone in rete difficilmente si raccontava di un gol banale, per lui era praticamente più facile realizzare i gol impossibili. Nel primo triennio azzurro regala la qualificazione diretta in Europa League al Napoli segnando un gol su punizione contro il Chievo decisivo.
La sua maglia numero 7 verrà ceduta nella stagione 2010/2011 al suo nuovo compagno di squadra Edinson Cavani ( i due si ritroveranno poi al PSG), il Pocho sceglierà la 22 per i suoi ultimi anni azzurri. Proprio con Cavani e Hamsik si compone uno dei trii più belli e forti della Serie A di quel momento. Hamsik gestisce, Lavezzi inventa e Cavani fa gol, i tre insieme diventano una vera e propria sentenza per le difese avversarie.
LE GIOIE IN AZZURRO
Negli ultimi trascorsi in maglia azzurra, Lavezzi e il Napoli crescono insieme, sempre di più. Con Mazzarri in panchina, il Pocho esprimerà il meglio di se, fino a raggiungere traguardi indimenticabili per la sua carriera e per la tifoseria azzurra. Andando per ordine cronologico c’è la storica qualificazione in Champions League, in quella stagione Lavezzi regala gioie ai tifosi che non verranno mai dimenticate. Napoli-Inter del 15 maggio 2011 finisce in pareggio e regala la matematica partecipazione degli azzurri in Champions, Lavezzi è tra i protagonisti principali della cavalcata storica della squadra di Walter Mazzarri.
La stagione successiva sarà l’ultima parentesi in maglia azzurra del Pocho Lavezzi, l’argentino farà emozionare per l’ultima volta tutti coloro che l’hanno visto crescere e diventare un uomo, dentro e fuori dal campo. Nella stagione 2012 il Napoli continua a scrivere la sua storia, gli azzurri raggiungono gli ottavi di finale contro il Chelsea (che vincerà poi la competizione). Nel match di andata Lavezzi realizza una delle doppiette più emozionanti degli ultimi anni azzurri, il Napoli vincerà 3-1 dovendosi però arrendere al ritorno di Stamford Bridge.
Si giunge così al 20 maggio 2012, il Napoli vince il suo primo trofeo dell’era De Laurentiis battendo in finale di Coppa Italia una Juventus mai sconfitta fino a quella partita. Lavezzi viene sostituito per far posto a Pandev, il Pocho esce quasi in lacrime consapevole di essere al capolinea di una delle più belle storie della sua vita. Al triplice fischio c’è un contrasto di emozioni fortissimo: da una parte gioia incontrastabile per il successo, dall’altra però la consapevolezza di dover dire addio ad un giocatore che in pochissimo tempo era riuscito a far innamorare una piazza che di amore se ne intende abbastanza.
PRIMA L’ADDIO, POI L’ULTIMO SALUTO
Lavezzi si trasferisce nel luglio 2012 al Paris Saint-Germain lasciando un vuoto ancora oggi incolmabile in alcuni cuori partenopei. Al termine della sua prima avventura parigina c’è il suo ritorno a Napoli, questa volta da avversario. Il Pocho viene accolto da un bagno di folla al San Paolo che intona il coro che ha sempre accompagnato la sua carriera azzurra: “Ole ole ole ole Pocho Pocho”, questo il grido che si alza dalle curve che riabbracciano con piacere il loro beniamino.
Da quel giorno Lavezzi al San Paolo non c’è più tornato, si è trasferito in Cina dove ha chiuso la sua carriera da calciatore. ‘El Pocho’ resterà per sempre un simbolo della rinascita del Napoli, un giocatore che con un dribbling riusciva ad accendere un intero stadio, quando la gente urlava il suo nome nell’annuncio delle formazioni sembrava sempre fosse un grido più forte di tutti gli altri. Lavezzi ha scritto la storia del Napoli e molto probabilmente il Napoli ha fatto lo stesso per lui. Oggi che il Pocho a calcio non giocherà più c’è un po’ di tristezza in più per le strade partenopee, forse però è anche giunto il momento di riabbracciarsi, magari anche solo per sentire un’ultima volta quel coro tanto amato dall’argentino e dai suoi tifosi, quelli veri.
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Giuseppe Ferrante