Inizia il girone di ritorno ed il Napoli, appena smaltito i bagordi della fresca conquista della semifinale di Tim Cup, è pronta a lanciarsi, in campionato, all’inseguimento delle prime posizioni. Impresa bella e complessa, ma qualora si riuscisse nell’impresa, avrebbe un sapore ancora più speciale.
De Laurentiis ha fissato il quinto posto come target stagionale da raggiungere. Ma il valore di questa squadra acconsente di ambire anche a qualcosa di più, anche a dispetto della parole di Mazzarri che ha definito il Napoli, nel suo insieme e come valore assoluto, una squadra da settimo posto.
Il raggiungimento di tale obiettivo passa per Genova, sponda rossoblu:iIl Napoli affronterà i “cugini” genoani che avranno l’occasione di cancellare la Caporetto pre-natalizia. Un 6:1 che brucia ancora e che costò la panchina a Malesani. Sembra passata un’eternità da allora, ma si tratta di storia recente, di poco più di un mese fa. Da allora il Genoa è profondamente cambiato, sia negli uomini che negli schemi. Marino è subentrato a Malesani e molti sono stati i movimenti di mercato dei rossoblu, in questa sessione di mercato invernale. Via Merkel e Caracciolo, ed al loro posto Gilardino, Biondini, Sculli e Bovo.
Un Genoa dal peso offensivo molto più elevato. Non ce ne voglia Caracciolo, ma Gilardino là davanti, è un’altra cosa. L’ex-Campione del Mondo, sarà, inoltre, affiancato da Palacio, assente per infortunio all’andata, e dal neo-acquisto Sculli che contro il Napoli sembra avere un conto perennemente aperto.
Gli azzurri, dal canto loro, saliranno a Genova giocando con la formazione tipo e sarà fondamentale il lavoro dei tre attaccanti che, se ben innescati, potrebbero mettere in seria crisi Kaladze e Grandqvist, autori insieme a Mesto, della prova, eufemisticamente parlando, disastrosa del San Paolo.
Sarà il solito Napoli contro un tutt’altro Genoa quindi, ed i partenopei dovranno tenere in debita considerazione questi cambiamenti, non commettendo il macroscopico errore di credere che quella di Marassi sia una passeggiata, visto il precedente dello scorso Dicembre; la storia recente ci illustra, difatti, come il Napoli, stagione scorsa a parte, sia sempre uscito dal catino rossoblu, con le ossa rotte e le proverbiali pive nel sacco, nonostante sulla carta abbia quasi sempre goduto dei favori del pronostico
L’anno scorso, infatti, gli azzurri passarono per 1:0 grazie ad una precisa incornata di Hamsik, in una partita vibrante ed aperta ad ogni risultato. L’anno prima fu un disastro; stagione 2009-2010 ed il Napoli, dell’allora tecnico Donadoni, fu asfaltato per 4:1: in quel caso non bastò il vantaggio azzurro, firmato Hamsik. Furono Floccari su rigore, Mesto, Crespo e Kharja,ancora dagli undici metri, gli aguzzini del Napoli. Era un napoli in crisi ed infatti Donadoni, da li a poco, fu rimosso dal suo incarico, a beneficio di Mazzarri.
Nella stagione 2008-2009 fu, invece, uno spettacolare 3:2 a favore dei grifoni: non bastarono le reti di Lavezzi e Denis, a cui risposero Papastatopoulos, Palladino e Milito, a portare a casa dei punti preziosi. Fu una partita assai sfortunata per gli azzurri che s’imbatterono in un grande Rubinho che tenne a galla i suoi, nonostante stessero giocando in inferiorità numerica per buona parte della ripresa.
Il primo incrocio, dal ritorno in massima serie, vide di nuovo una vittoria del Genoa, stavolta per 2:0. Era un freddo mercoledi sera di Febbraio, turno infrasettimanale valevole per la 25a di Serie A, ed il Napoli non giocò bene. La vittoria del Genoa fu meritata, ma i due gol rossoblu, di Sculli e Borriello su rigore, furono due mezzi regali dei “cugini” partenopei.
Era un Napoli giovane ed ingenuo, quello di cinque stagioni or sono, ma per fortuna la pazienza e la validità del progetto iniziato da De Laurentiis stanno dando i loro frutti. Il Napoli di oggi è una realtà consolidata, ma occhio a non distrarsi: gli azzurri sono cresciuti e sono considerati, adesso, una grande squadra, e per questo ogni avversario da affrontare venderà cara la pelle, giocando con il coltello tra i denti. Lo farà sicuramente il Genoa, domenica pomeriggio, ma mai come in questi mesi il Napoli sarà l’unico artefice del proprio destino. In bocca al lupo.
ANTONIO SALVATI