L’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni ha concesso un’ampia intervista in esclusiva al giornalista Pietro Serina, stamattina riportata nero su bianco sul quotidiano “L’eco di Bergamo”.
Il legale del calciatore, l’avvocato Pino, spiega perchè il suo assistito sceglie di “concedersi” a questo giornale: “L’Eco di Bergamo è un punto di riferimento per la città ed è giusto che i bergamaschi conoscano gli esatti confini dei fatti di cui s’è parlato. Noi vogliamo che siano chiari gli eventi, poi la gente potrà giudicare come vuole. Ma ci sono fatti diversi dalle cose che sono state dette. Perché una cosa è il network che ha venduto svariate partite degli scommettitori, ben altra cosa essere un occasionale fruitore di un’informazione ricevuta da un amico.”
Insomma, questa scelta incarna la volontà di Doni di “far pace” con Bergamo e con i tifosi atalantini.
“Non prendete esempio da me, fate come Masiello, raccontate tutto il marcio che c’è. Sono stato un imbecille, non ci sono giustificazioni. In carcere ho capito. Non ho venduto incontri dell’Atalanta, ma in Italia c’è da correggere una mentalità sbagliata: tutte le partite contano. I miei errori sono iniziati con la partita con la Pistoiese di 12 anni fa. Anche quella gara fu combinata. Sono stato stupido, pensavo di farla franca… Che schifo le partite di fine stagione”.
Dichiarazioni sconvolgenti quelle del calciatore, capaci di lasciare senza parole.
ATALANTA – PIACENZA: “Ho sbagliato e mi prendo le colpe per l’illecito di Atalanta-Piacenza. Sono pronto a un nuovo processo per l’omessa denuncia di Ascoli-Atalanta. Non ho informazioni su Padova-Atalanta, io non so niente. Ho solo commesso un errore per il quale ho pagato e sto pagando. Ma non ho niente a che fare con chi vende le partite, e tanto meno con gli “zingari”. Mi prendo le mie colpe, ma solo le mie. quello che ho fatto non è giustificabile. È stato un errore grave e me ne assumo tutte le responsabilità. L’ho fatto per troppo amore, e quando dico che l’ho fatto per l’Atalanta intendo dire “per far vincere l’Atalanta”, non “per conto dell’Atalanta”.
“In occasione di Ascoli–Atalanta – rivela il calciatore – Santoni mi dice che la partita è venduta, io vado in campo e nessuno mi stringe la mano, poi assisto a una partita vera, in settimana dico a Santoni che lo stanno prendendo per i fondelli…”
Allora il giornalista gli fa notare che, se quanto afferma corrisponde a verità, avrebbe commesso il reato di omessa denuncia: “Immagino di sì – replica Doni- e per questo sono pronto a un nuovo processo sportivo. Ho sbagliato a non dire niente, ma cosa dovevo fare?” Dovevo denunciare Santoni?… Dovevo denunciare un amico…La settimana successiva Santoni si è ripresentato e mi dice che la partita è combinata, io non gli credo ma voglio toccare con mano. Davanti agli spogliatoi incrocio Gervasoni. Lo conosco, era a Bergamo, gli parlo e vedo che si spaventa, quando scopre che io sapevo. Si è spaventato, è scritto nei verbali. E adesso dico: ma questo non sapeva di me? No, concludo che non sapeva perché la partita era combinata a prescindere, io ho voluto metterci il naso e ho sbagliato, ma Atalanta-Piacenza sarebbe comunque finita 3-0 per i giri degli scommettitori. Ammetto l’illecito, lo ripeto. Cassano non lo conosco, ma lui viene da me quando recupero il pallone per metterlo sul dischetto e mi dice: “Calcia alto, centrale”. Mi prende il dubbio, aspetto che si tuffi e poi calcio lì.”. ”
Alla luce di quanto fino a quel momento da lui ammesso e dichiarato, il giornalista gli chiede con quale coraggio, dopo aver combinato la partita, ha dedicato quella doppietta a suo padre che era ricoverato in ospedale, questa è la replica di Doni: ”A me non pare così clamoroso, mio padre era su un letto d’ospedale, operato tre giorni prima. Gli ho dato una gioia, perché no?”
ATALANTA – PISTOIESE: “L’ illecito in Atalanta-Pistoiese 1-1 del 2000, è ora di dire la verità, c’è stato, ma non da parte mia. . Quella partita mi ha fatto passare come uno scommettitore, mi ha messo il marchio. In realtà è successo l’esatto contrario. Anzitutto, dato che siamo qui per dire la verità, cominciamo a dire la verità, o a tacere.”
Doni all’improvviso si zittisce… E rimarca “O dico la verità o sto zitto.” E si zittisce di nuovo.
A distanza di 13 anni, così facendo, conferma di quell’illecito. Perchè farlo oggi?
”Io non confesso. Non nego che ci sia stato. Ma io ero fuori, non ho scommesso. È stata più una goliardata, eravamo qualificati. Io sono stato processato e assolto.”
Era stato condannato anche l’attuale allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, in quell’anno calciatore della Pistoiese. Poi assolto, come tutti.
Oggi Allegri a Milan Channel ha ribadito che si tratta di una gara di 12 anni fa, un episodio già archiviato: “Non ho niente da dire e niente da aggiungere, non mi sembra il caso.”
Doni, invece, in merito a quell’episodio, afferma: “Quella fu una grande lezione per me. Da quell’esperienza ho imparato che bisogna stare lontani da queste cose. E infatti l’Atalanta è antipatica ovunque perché queste cose non le fa.”
Atalanta-Livorno: “Vi pare che se avessimo dovuto pareggiare avremmo segnato il 3-2? E poi cito la partita di maggio con l’AlbinoLeffe: per tutti prima di giocare era un pareggio certo, invece abbiamo vinto 3-2. L’Atalanta gioca sempre. La settimana dopo, con il Cittadella – continua – eravamo già mezzi in vacanza. Ma volevamo vincere, eravamo andati 2-0. E sa quante volte in tanti anni ho avuto la percezione che qualcuno fosse lì lì per dirmi qualcosa su una partita? Gente di calcio, non marziani… Ma poi non è mai successo niente, a me non arrivavano. Sapevano che avrei reagito male…”
Doni e l’Atlanata: “Non c’è più nessun contatto tra me e la società. Attualmente non abbiamo rapporti. Mi mancano i miei amici, le persone che mi vogliono bene. Mi hanno fatto piacere le dimostrazioni di affetto che ho appena ricevuto dai miei ex compagni. So che mi hanno capito. E mi hanno perdonato.”
Doni e i tifosi dell’Atalanta: “Dopo la mia famiglia, i tifosi sono la componente a cui tengo di più. Hanno conosciuto per tanto tempo il vero Doni, non questo “sbagliato” di Atalanta-Piacenza.Ho la benemerenza civica del Comune di Bergamo. Se me la vogliono togliere, mi adeguerò. Ma credo di averla meritata con oltre 300 partite e 112 gol nell’Atalanta. Però non ho mai fatto una scommessa su una partita. Basta un errore che riconosco e per il quale sto pagando per perderla?”.
Masiello: “È l’unica cosa intelligente da fare. Prendersi le proprie responsabilità e collaborare con la giustizia. Sono vicinissimo a Masiello, mi auguro che altri seguano il suo esempio. “
Chiude la sua intervista con queste parole: ”Ho sbagliato e sto pagando. E non capisco quello che ho fatto. Io credo che dire la verità sia un modo per riacquisire il proprio decoro. Capirei, se non arrivasse il perdono. Resterò a vivere a Bergamo. È la mia casa, mia figlia è bergamasca e tifa Atalanta. Come me. Ho già cominciato a dare spiegazione anche a lei, non ho niente da nascondere. Glielo spiegherò anche quando sarà grande. Ho sbagliato, da lei spero di essere perdonato.”
Luciana Esposito