CASSA INTEGRAZIONE SSC NAPOLI – La decisione è stata presa nelle scorse ore. Il Napoli, prima squadra in Italia, ha messo in cassa integrazione 50 dipendenti del settore amministrativo, compresi anche i magazzinieri. Riceveranno l’80% dello stipendio fino alla ripresa degli allenamenti. Una decisione che è stata seguita a ruota da Cagliari e Roma e che probabilmente altri club prenderanno nelle prossime ore.
Questo post in breve
CASSA INTEGRAZIONE SSC NAPOLI PER I DIPENDENTI
C’è tutta una serie di dipendenti del Calcio Napoli che, però, vive una situazione un po’ più intricata. Di loro parla questa mattina il Corriere del Mezzogiorno, che dedica un approfondimento sulle proprie pagine. Si tratta dei dipendenti del settore giovanile (dall’Under 17 alle attività dei più piccoli) e delle quattro squadre femminile (U12, U13, U13, U15 e U17). Per queste squadre (non per la Primavera), la disposizione è quella della ripresa delle attività solo il 30 giugno, un po’ simile al modello scolastico.
LEGGI ANCHE: NAPOLI, DIPENDENTI IN CASSA INTEGRAZIONE
Sono coinvolti però anche lavoratori, allenatori, preparatori che rischiano di vedere azzerati i propri introiti. Il Corriere del Mezzogiorno rivela anche le modalità contrattuali di questi lavoratori definiti “invisibili”. Si tratta di un contratto gratuito con rimborso spese forfettario concordato con il club per l’ intera stagione calcistica. Un modello che permette vantaggi fiscali al Napoli, ma che non garantisce la certezza di un introito al dipendente. Di fatto, per molti dipendenti l’attività nel Napoli è solo una fonte secondaria di guadagno. Ma non per tutti. Molti dovranno sperare nei 600 euro di bonus per i lavoratori in ambito sportivo.
SETTORE GIOVANILE, QUANTO SPENDE IL NAPOLI?
Ma quanto spende il Napoli per il suo settore giovanile? Gli investimenti – rivela il CorMezz – sono aumentati nel corso degli anni, ma la forbice con i grandi club è ancora troppo ampia. Il Napoli spende circa 2 milioni l’anno, Inter e Juve superano i 10.