ESCLUSIVA – Gino Sorbillo: “Pagare gli affitti sarà un problema, dovremo chiudere delle attività. Vedo il futuro nero, ma propongo una soluzione”

Gino Sorbillo, uno degli imprenditori più importanti della nostra città. Ha esportato il buon nome di Napoli nel resto d’Italia e nel mondo, affermandosi come uno dei brand più conosciuti e apprezzati. Garanzia di qualità, mix di tradizione e innovazione. Ma come tutte le imprese in Italia anche Sorbillo ha dovuto chiudere le proprie attività a causa delle norme restrittive imposte dal Governo dopo lo scoppio della pandemia da Coronavirus.

Non ci rendiamo ancora conto ancora di quanto sta succedendo, a tutti i livelli“. Esordisce così Gino Sorbillo in un’intervista concessa ai microfoni di SpazioNapoli, preoccupato per le sorti dell’economia della nazione. E poi continua: “Abbiamo accolto l’appello delle Istituzioni e del governatore De Luca, che ci ha invitato a fermare le nostre attività per la sicurezza pubblica e noi abbiamo obbedito immediatamente. Inoltre ci siamo adoperati per invitare anche altri commercianti a seguire il nostro esempio. Abbiamo mostrato tutti coesione e serietà. Il problema è che poi ci sono state settimane di silenzio, dove non ci è stata fatta nessuna comunicazione. Non sappiamo cosa fare con i fitti che dobbiamo sostenere, i nostri dipendenti sono in cassa integrazione ma non hanno ricevuto ancora nulla. La merce l’abbiamo abbandonata nei nostri locali e non sappiamo in quali condizioni sia. Hanno una scadenza“.

Crisi a Coronvirus, le proposta di Gino Sorbillo per provare a riaprire le attività

Gino Sorbillo
Gino Sorbillo

Una situazione non semplice da sostenere, che amplifica i problemi economici degli imprenditori. “Dopo un mese e mezzo di chiusura, stiamo chiedendo un piccolo spiraglio alle Istituzioni per capire se c’è la possibilità di riavviare le nostre attività. Ce ne sono altre che comunque stanno lavorando, penso alle panetterie, che restano aperte tutto il giorno. Sono dei forni come noi e addirittura fanno anche pizze, avendo un incremento delle vendite. Chiediamo semplicemente di tornare a fare il nostro lavoro, che paradossalmente è anche più sicuro.

Le pizze che si trovano in panetteria sono preparate la notte e poi esposte in vetrina aperte di continuo in negozi affollati. Noi, invece, garantiamo un prodotto bollente, che dal forno viene riposto direttamente nel box per alimenti e avvolto in una pellicola che crea una bolla d’aria che mantiene la pizza ad una temperatura alta. La distribuzione non sarebbe poi gestita da noi, ma da fattorini delle grandi compagnie. Parliamo di fattorini che, comunque, in queste settimane hanno continuato a lavorare. Non pretendiamo di mandare le persone a casa”.

Solo due persone per attività per garantire la ripresa

Una soluzione, quello del cibo da asporto, che permetterebbe la ripresa, seppur limitata, delle attività. La proposta di Gino Sorbillo è chiara: “Vorremmo poter riaprire con una formula semplice, easy: solo 2 persone per punto vendita, un fornaio, un pizzaiolo e produrre soltanto le due pizze della classica tradizione napoletana: la margherita e la marinara, le vere pizze che sfamano la gente.

Non capisco perché alcune attività, come ad esempio i supermercati iper affollati, possano continuare normalmente a lavorare. Non tutti possono davvero garantire la sicurezza e l’igiene in spazi anche ampi. C’è tanta gente che non ha nemmeno mascherine o guanti. Per non parlare di cortili, ascensori dei palazzi e scale. Ecco perché non mi spiego come sia possibile che una pizza bollente non possa essere consegnata. Senza dimenticare il ruolo sociale che rivestiamo: abbiamo tolto tanta gente dalla strada, soprattutto nei quartieri difficili di Napoli, dove siamo stati dei fari”.

Gino Sorbillo, i fitti da pagare il problema più grave

Un appello composto e soprattutto legittimo, quello di Gino Sorbillo. E sono tanti i dipendenti che hanno paura del futuro. Lo stesso imprenditore non sa quante delle ben 10 pizzerie sparse per l’Italia (3 a Napoli più quelle di Milano, Torino, Genova, Roma) e il mondo (New York, Miami, Tokyo) potranno riaprire.

Quali sono i danni maggiori che dovrete affrontare?
“Non sappiamo come pagare i fitti e come garantire un futuro ai nostri dipendenti. Quello degli affitti dei locali è un problema serio. Rimandarli non basta, ma andrebbero bloccati e le rate dei prossimi mesi dovrebbero essere contrattate nuovamente. Un locale che sfama quotidianamente 400 persone, nella fase 2 potrà ospitare non più di 40 o 50 persone. E sappiamo che sarà così per vari mesi.

Non possiamo accumulare fitti e poi pagare gli stessi importi per locali che saranno sfruttati per 1/3 delle loro potenzialità. La soluzione che propongo permetterebbe a tutti noi commercianti, dal più piccolo al più grande, di non chiudere. Spesso si sottovaluta il problema nei confronti di chi, come me, ha un’attività di grande portata. Ho 270 dipendenti a cui pensare e mi sto facendo portavoce anche dei altri miei colleghi, invece sto ricevendo offese da molte persone che pensano voglia farmi pubblicità.

Purtroppo sarò costretto a chiudere alcune attività, ancora non sono sicuro di cosa accadrà. Non so dirvi quali, sto provando a salvare il salvabile. Anche altri commercianti saranno costretti a chiudere, le attività più grandi saranno quelle più colpite”.

La riapertura delle attività commerciali e il futuro di Napoli

Gino Sorbillo
Gino e Toto Sorbillo

L’imprenditore napoletano poi continua il suo appello, con la voce rotta da un filo misto di tristezza e preoccupazione, anche in merito alla possibile riapertura delle attività commerciali prevista nella fase 2. “Purtroppo non sappiamo cosa ci aspetta. Avrei idee, ma sarei curioso anche di capire le intenzioni di chi ci governa. Se ad esempio due persone che hanno viaggiato in macchina insieme arrivano al mio locale, io li devo far sedere a 2 metri di distanza? Non ne capirei il senso. Ci sarebbe poi il problema dei bagni… quelli sono gli spazi. Davvero vorrei sapere cosa pensano di fare le Istituzioni. Non vado in pizzeria dal giorno della chiusura. Abbiamo lasciato tutto improvvisamente e siamo andati via. Non so se troverò gli impianti funzionanti e la merce scaduta. Sono passato, con regolare certificazione, giusto qualche giorno fa per fare un servizio televisivo. Non so cosa succederà”.

Chiudiamo con un uno sguardo al domani. Come vede il futuro?
Lo vedo nero. Non ci saranno turisti, Napoli sarà vuota. Mi aspetto tanta fame in giro, persone spaesate. E soprattutto temo aumenteranno i crimini in città. Ci troviamo ad affrontare una “fame” nuova. C’è chi viveva alla giornata e adesso potrebbe davvero essere disperata. Davvero non oso immaginare come faranno, hanno bambini e non sanno come sfamarli”.

Insomma una crisi non solo di salute. I veri effetti di ciò che il Coronavirus porterà nelle nostre vite, forse, non li abbiamo ancora visti.

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Pasquale Giacometti

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