Nel giorno in cui trionfa l’amore e il calendario regala una pretestuosa data agli innamorati per scambiarsi dolciumi, dolcezze e sdolcinate romanticherie, Napoli celebra e festeggia il venticinquesimo compleanno di uno dei suoi “tenori”: Edinson Cavani.
Non è un caso che, proprio lui, sia nato nel giorno della “festa dell’amore.”
Perchè Cavani è, senza dubbio, l’interprete, il portatore più sano e genuino di questo sentimento, colui che meglio di ogni altro incarna l’essenza più intrinseca e veritiera dell’amore, avulso da ogni consumismo e convenzione.
Edinson rappresenta l’amore in quanto tale: quello puro, capace di metterti le ali ai piedi e di farti sentire le farfalle nello stomaco, quello che ti toglie il respiro e ti conferisce un impagabile senso di equilibrio e serenità.
Perchè Edy, nato sotto l’ala protettiva di Cupido, ha fatto sì che costui lo accompagnasse sempre, indicandogli la strada da percorrere solcandola e delineandola con le sue amorevoli frecce.
Così, il cammino di Edinson è scandito dall’amore ed è , al contempo “un percorso d’amore” ed è questo sentimento che gli conferisce quella commovente generosità quasi “non terrena.”
In un mondo, in cui prevalgono egoismo e prepotenza, quella sua semplice e tanto inusuale ricchezza d’animo lo rende “una mosca bianca” o meglio “un angelo azzurro.”
Essendo un Acquario, “casualmente” il segno degli ideali umanitari e della fratellanza, il colore che gli astri gli “consigliano” di portare è il blu, perchè rappresenta la spiritualità di questo segno stesso.
Non può essere un caso che con la maglia celeste dell’Uruguay e, ancora di più, con la maglia azzurra del Napoli, il Matador abbia saputo sviscerare al meglio in campo la sua “ispirazione divina” e quindi l’essenza del suo spirito, perchè anche quando gioca a calcio Edy esprime una forma d’amore.
Lo dimostrano le preghiere, accorate, piene di pathos e partecipazione, allorquando si accinge ad entrare sul terreno di gioco piuttosto che dopo un gol oppure quando, al termine di una partita, gli viene chiesto: “A chi dedichi questo gol?” Edy prontamente risponde: “A Dio e alla mia famiglia.” Quindi “all’amore.”
Amore è anche la parola che, meglio di ogni altra, definisce il rapporto che lo lega alla città di Napoli e all’intera piazza partenopea.
Impossibile non amarlo e per le gloriose gesta di cui si rende autore in campo e per quel garbo di cortesia che ne contorna il sorriso, per quella essenziale spontaneità che ne caratterizza la mimica e il modo di parlare, con la voce, ma anche con lo sguardo, per quei lineamenti da bambino incastonati in un viso da uomo, utili a conferirgli il soprannome di “el botija”: il bambino, appunto, ma anche per quel sincero rammarico che accompagna un’azione non tramutata in gol.
Perchè a lui si riesce a perdonare tutto, anche un rigore sbagliato, un gol fatto, ma divorato a tu per tu con il portiere, una prestazione uggiosa.
Perchè l’amore, quello vero, è perdono, comprensione, fiducia, rispetto, sincera devozione, incondizionato appoggio e sostegno, “nella buona e nella cattiva sorte.”
Uno dei grandi meriti di questo straordinario uomo ed anche atleta è sicuramente quello di essere riuscito ad imprimere nei cuori dei napoletani l’essenza di un sentimento genuino, di quell’amore di cui è portatore e moderno precursore, di aver insegnato a questa gente quanto speciale è “l’amore vero.”
Ed è giusto che questo sentimento venga celebrato oggi, non dicendo “Buon San Valentino”, ma piuttosto “ Buon Compleanno Edinson.”
Luciana Esposito
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