Iavarone: “Restiamo con i piedi per terra”

Ragionevolmente, poteva il Napoli restare per molto tempo ad annaspare nel pantano di pareggi e sconfitte? Poteva sprecare nuove occasioni? La risposta è negativa. Ora tutto sta nel decifrare in che misura Mazzarri è riuscito a raddrizzare la barca. Avrà spiegato l’importanza della difesa e che esiste bellezza anche nella praticità, perché ogni tanto il suo Napoli se ne scordava e giocava con lo specchio in mano. E poi avrà ottenuto benefici dal riposo di qualche azzurro: pur se altre volte l’avvicendamento è stato pagato a caro prezzo. Rimedi efficaci, senza fronzoli, che eviteranno le solite dotte disquisizioni sul modulo, sui movimenti di Hamsik piuttosto che sugli inserimenti degli esterni. Già, perché – ben al di là di scienze tattiche e relativi scienziati – la compagine partenopea sfrutta molto il gioco sulle fasce e la rapidità nelle ripartenze: tuttavia se gli avversari si schierano a specchio – e non c’è schema che tenga – diventano decisivi i confronti tra i singoli giocatori. Inoltre se le condizioni degli undici non sono delle migliori è faticoso ottenere risultati. Ieri – pur se non proprio speculari – le formazioni, soprattutto quella azzurra, hanno dato fondo ad ogni energia. Buon segno: era una partita da vincere per i padroni di casa. Intanto perché un successo, in un periodo assai complicato, vale molto più dei tre punti e poi perché si guadagna qualche giorno di tranquillità in vista del ritorno in campo già venerdì. A calma ottenuta, l’allenatore potrà concedere un po’ di palcoscenico ai panchinari che ritiene più meritevoli. Avete visto ieri il soldatino Grava? L’«evergreen» tornato in campo – forte dei suo 34 anni – è stato la stella polare nei frangenti difficili. Il Napoli, dunque, si rimette sella. Faccia ora tesoro di come i suoi tifosi hanno interpretato il 2-0: calma e piedi ben saldi per terra. Non è il caso di esaltarsi, ma nemmeno di essere troppo scettici. Facendo una media, il barometro azzurro tende al tiepido con tendenza al calduccio, ma serviranno altre partite intere e vere, non mezz’ora, per segnare «sereno». Per esempio, il Chievo era timido e manovriero, ma le sue geometrie hanno favorito il contropiede azzurro che ha piazzato due affondi decisivi. E stavolta senza sprecare nulla sotto porta. Nell’approccio alla gara il Napoli è parso convincente tanto quanto aveva patito le false partenze nel periodo del declino. E questo lascia aperto uno spiraglio in campionato. L’imperfezione di chi precede gli azzurri (il ko della Roma a Siena) può tenere vive tante speranze, ma anche poche certezze. Per Cavani e compagni rimontare verso la zona Champions sarebbe un’impresa. Anche fermarsi di nuovo, invero, e scivolare giù sarebbe un’impresa, ma all’incontrario.

Fonte: Il Mattino

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