Coni, Malagò: “Ripresa Serie A? Se la curva dei contagi scende si può. C’è ansia, serve un piano B”

RIPRESA SERIE A- Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.

“Adesso tutti spingono per ripartire: chi per interessi sportivi, chi per competizione, chi per ragioni economiche. C’ è un’ansia, una esigenza che sta creando una fortissima pressione nei confronti del sistema e delle istituzioni sportive.

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 Da mesi insisto: puntiamo a ripartire ma non essendo possibile fare previsioni di lunga scadenza, viste tutte le variabili esistenti, deve esistere anche un piano B. Non averlo è un errore. Faccio un esempio: domani usciamo in barca da Napoli per raggiungere la Corsica perché il mare è calmo, ma se dopo poche miglia comincia ad alzarsi, si deve prevedere anche di tornare indietro o di cambiare rotta: arrivare ad ogni costo non può essere l’ unica soluzione. Un comandante minimamente giudizioso deve avere alternative. All’ estero i campionati o li hanno chiusi oppure chi ha deciso di riaprirli o intende farlo, nel frattempo, ha messo tutto in sicurezza nel caso di un nuovo stop. Parlo di accordi con le varie componenti e con i broadcaster. Come la Bundesliga.

Le dico la verità, era il weekend della nascita di mia nipote e non l’ ho seguita. Ma mio padre, malato di calcio, che ha 88 anni e non perde una partita mi ha detto: “Giovanni mi vergogno a dirtelo ma dopo 10 minuti del secondo tempo di Borussia-Schalke ho cambiato canale e messo Verissimo” . Al di là di ogni valutazione, i tedeschi se si dovessero fermare di nuovo hanno nel cassetto già l’ accordo con i broadcaster e i giocatori. Così facendo hanno messo il governo nelle condizioni di poter prendere una decisione rapida. Da noi non è stato così”.

La A vorrebbe riprendere il 13 giugno, ma il governo ha bloccato tutto fino al 14: “Se la curva dei contagi manterrà un indice basso, credo non ci sarà problema a partire un paio di giorni prima.

Playoff-Playout? “Mi risulta che non tutti siano d’ accordo. Voglio sia chiaro che il Coni ha solo interesse se il calcio, o meglio la Serie A, riesce a risolvere i problemi. Le mie non sono invasioni di campo come qualcuno le ha definite: ho un atteggiamento propositivo, non critico. Un piano B avrebbe richiesto di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti: la Figc, la Lega di A, il Coni se ci avessero invitato, i calciatori, gli allenatori, gli arbitri, i medici sportivi, magari un rappresentate dell’ Uefa, i broadcaster. Tutti in una stanza per trovare soluzioni e accordi in caso fosse impossibile ripartire o fosse necessario fermarsi di nuovo. Classifiche, tagli di stipendi, date, rate di diritti tv. Perché non è stato fatto? Certo è difficile, magari sarebbe servito stare chiusi come in certi vecchi tavoli di concertazione. Ma non saremmo oggi in una situazione dove ogni categoria difende il proprio punto di vista e non ci sono accordi“.

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