Era il la prima gara del 1987 quella tra Fiorentina e Napoli, con una squadra viola sotto tono e con una classifica deficitaria, chiamata a compiere il miracolo nei confronti di un Napoli proiettato verso il primato. La squadra di Bersellini punta forte su Antognoni e Diaz, autori dei primi due gol dei viola, che mettono sotto torchio la squadra di Bianchi, messa male sotto l’aspetto del morale, con l’attenuante della scarsa forma del suo capitano Diego Maradona, unitosi al gruppo solamente la mattina causa amichevole con la nazionale argentina. Dopo un primo tempo anomalo, i partenopei assumono il controllo del match chiudendo la Fiorentina nella propria trequarti, con una grande prestazione di Bagni e Romano, abili negli inserimenti, uno dei quali risulterà essere vincente, fornendo un assist al bacio per “el pibe de oro” che insaccò da posizione privilegiata. A questo punto il Napoli è sicuro di raggiungere il pari, soprattutto perchè la verve agonistica si è alzata fno a livelli di guardia, e da lì a pochi minuti sarebbe stato il giusto premio un gol per riequilibrare le ostilità. Un rigore negato dall’arbitro , agli occhi di molti clamoroso, una traversa a pochi passi, alcuni grandi interventi di Landucci evitano il concretizzarsi di ciò che parve essere evidente, è cioè che gli azzurri meritassero almeno il pari, quando un’uscita di Garella oltre la linea di centrocampo, per dar man forte ai propri compagni d’attacco, per tentare il forcing finale, mette sui piedi di Monelli, appena subentrato, il pallone di un insperato 3-1, calciato da circa 50 metri, che si insacca pian paino nella porta difesa dal sopracitato estremo difensore ex Verona. La rete entrerà nella storia come una delle più difficili realizzate dalla lunga distanza, che condannò il Napoli a rivedere le proprie priorità per non perdere il treno che avrebbe portato il primo scudetto azzurro.
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