Negli scorsi giorni ci sono state tante parole, e soprattutto qualche polemica, ai danni di Lorenzo Insigne, che per il suo 29esimo compleanno ha ricevuto in regalo una Lamborghini. La foto della vettura infiocchettata sotto casa ha fatto il giro del web, scatenando varie reazioni.
Nelle ultime ore, però, sono iniziate a circolare presunte dichiarazioni attribuite allo stesso Insigne. Ebbene le parole in questione sono totalmente inventate e mai pronunciate dall’attaccante napoletano.
Fake news, nessuna intervista di Insigne sulla Lamborghini
La presunta intervista, rilasciata ai microfoni di Emis Izzo Giambelli di DalBasso.it, sarebbe la seguente:
“Le polemiche sulla mia nuova auto? Se aveste visto meglio l’immagine c’è mio figlio alla guida con una felpa Versace e jeans Amiri, ma non vedo dove sia il problema. Il fatto è che io vengo dal fondo, a differenza di tutti quelli che mi criticano.
Sapete tutti da dove vengo, dal nulla. Mio padre lavorava tutti i giorni per cercare di non cadere in mano alla camorra, aveva un carrello ambulante di frutta, mamma lo aiutava come poteva ma era zoppa e non poteva camminare a lungo.
In molti mi prendono in giro perché non so parlare bene in italiano, la verità è che a 12 anni invece di andare a scuola andavo ad aiutare papà a lavoro, altro che studiare.
La mattina uscivamo alle 5, caricavamo il carrello e poi in giro per tutta Napoli a vendere. In ogni condizione, sia con la pioggia, che con il sole battente. E mica esistevano giorni liberi o ferie.
Quando papà non vedeva prendevo una mela e iniziavo a palleggiare per sfogare la mia rabbia, dopo un anno facevo quel che volevo con le mele.
Fu così che iniziai a palleggiare con le pesche, che erano un po’più piccole, fino ad arrivare alle ciliegie.
Un giorno arrivammo fino a Castel Volturno, non riuscivamo più a vendere nelle altre zone perché facevamo concorrenza agli ambulanti della camorra, e lì fui notato da un osservatore del Napoli mentre palleggiavo con una ciliegia col destro, e sbucciavo le nespole con il sinistro.
Lì ci fu la svolta; la mattina uscivo con papà, facevano un giro nuovo in modo da arrivare nel pomeriggio a Castel Volturno per gli allenamenti, e la sera andavo in piazza a palleggiare con la frutta con il boccino delle offerte. Volevo differenziarmi dai falsi invalidi.
Il resto è tutto frutto di sudore, determinazione e umiltà; quella c’entra poco con i miei capi firmati, se spendo due pali da Gucci è perché da bamboccio giravo con gli abiti usati.”
Le dichiarazioni, ribadiamo, sono da ritenere totalmente inventate e mai pronunciate da Insigne.