L’ultimo miracolo del Napoli di De Laurentiis: la squadra allenata da Mazzarri è quasi un balsamo per le malattie, non le guarisce del tutto ma almeno le ritarda, non le fa scomparire, ma le posticipa al triplice fischio dell’arbitro.
Dev’essere così se al Cardarelli, il più grande ospedale del Sud, scopriamo che generalmente, durante le partite degli azzurri, non si verificano ricoveri al Pronto Soccorso o comunque molto meno della media. A svelarlo è il facente funzioni di primario Vincenzo Piedimonte: «Sembra impossibile, ma anche martedì sera, durante la partita di Champions contro il Chelsea, al nostro Pronto Soccorso non sono stati registrati accessi già da due ore prima della partita. Incredibile a dirsi, ma non abbiamo registrato alcun ricovero».
Il miracolo Mazzarri si verifica con una certa frequenza, in occasione delle partite del Napoli, e non soltanto di quelle europee, ma anche di quelle di campionato. «In queste occasioni – continua Piedimonte – risulta ancora più chiaro quanto il pronto soccorso sia spesso utilizzato dai pazienti come un semplice ambulatorio. Spesso si viene qui senza una reale urgenza, quando si ha bisogno, per esempio, solo di un elettrocardiogramma».
E così, anche martedì sera, il reparto ha registrato un solo ricovero, per un caso di infarto, peraltro assistito con efficienza e puntualità da parte del personale in servizio, che invece è immune agli effetti del tifo azzurro: «La partita sì, ma prima vengono i pazienti», dicono gli infermieri.
Ma è davvero possibile che il team capitanato da Mazzarri riesca a ritardare le malattie? Prova a darne una spiegazione il medico omeopata Antonio Manzi, tra i fondatori del Te Diegum, storica associazione pro-maradoniana nata nel 1991 su iniziativa di alcuni intellettuali tifosi del Pibe de Oro. Manzi, grande tifoso azzurro, segue da anni la squadra al San Paolo, abbonato in Tribuna Nisida insieme agli amici del Te Diegum. Ha operato per diversi anni presso l’Ospedale di Castellammare di Stabia e ricordando i suoi trascorsi, si trova d’accordo con quanto affermato dal dottor Piedimonte. Anche lui si sofferma sull’utilizzo eccessivo del Pronto Soccorso da parte di pazienti che spesso si rivolgono alle strutture ospedaliere per malesseri che potrebbero essere tranquillamente curati presso le proprie abitazioni. «Ogni volta che ho lavorato in ospedale mi sono reso conto che, in occasione di partitissime, si cerca di godersi i momenti di festa, e allora i ricoveri e i consulti crollano, diventano pleonastici, ci si pensa dopo, perché durante esiste solo la passione e il tempo dello spettacolo. Questo la dice lunga su quelle che sono, oggi, le modalità di utilizzo delle strutture di primo soccorso, su cui si potrebbero riempire pagine e pagine». Manzi aggiunge che, in occasione delle partite del Napoli, è come se si rimandassero i malanni al novantesimo minuto: «Le emozioni positive che ci fa vivere la nostra squadra – dice – sono talmente grandi da impedire l’insorgere di piccoli malesseri». Ci sarebbe dunque un motivo in più per tifare Napoli: la possibilità, durante i novanta minuti della partita, di dimenticarsi di dolori grandi e piccoli e vivere esclusivamente l’unicità del momento.
Fonte: Il Mattino