Il primo giorno di scuola Victor Osimhen l’ha vissuto oggi, dopo l’orientamento di ieri. Il tempo di uno sguardo al tempio del San Paolo, imponente anche e soprattutto se vuoto. Nessuno per ora esulterà ai suoi eventuali goal. Forse un domani.
OSIMHEN, IL PRIMO GOAL A CASTEL DI SANGRO
Oggi ha indossato il “grembiule”, una maglia d’allenamento molto criticata dai tifosi, e s’è presentato al pubblico. A Castel Di Sangro sì che la gente può esultare, guardare i suoi primi movimenti in azzurro. Cosa ci dice, questa sgambata pomeridiana davanti ai tifosi (prima volta storica in Italia) del Teofilo Patini?
Che è ancora presto, innanzitutto, per dare giudizi a Victor Osimhen e questa è una verità insindacabile. Che, però, la porta l’ha vista e l’ha anche centrata. Il tempo di controllare un pallone proveniente da sinistra, addomesticarlo alla viva il parroco e scagliarlo: palo pieno. Ne hanno colpiti tre, gli azzurri, leitmotiv dell’ultima stagione: Fabiàn, due volte.
Victor s’è riscattato poco dopo, sfruttando un cross basso dalla destra di Malcuit. Una nota positiva e un’altra meno: svarione tragico di Luperto, Osimhen non si fa pregare e ribatte a rete. Non è niente, è un segnale. Per essere il primo giorno, è già qualcosa. Per il resto, il ragazzo di Lagos mostra un senso della posizione discreto e un buon feeling con il pallone, pur non essendo aggraziatissimo nei movimenti. Sono indicazioni di cui tenere poco conto, è presto, prestissimo e un calciatore non si giudica da dieci partite, figurarsi da venti minuti d’allenamento.
Però, l’entusiasmo nel vedere un nuovo acquisto e l’entusiasmo del ragazzo a sposare la causa rendono il primo giorno sempre un po’ magico, anche quando non conta davvero. Di lui, De Laurentiis ha detto poco fa a Radio Kiss Kiss: “È stato mesi fermi, deve ancora conoscere il calcio italiano e bisogna dargli spazio. I tifosi devono supportarlo, non sopportarlo”.
Vittorio Perrone
da Castel Di Sangro