Gerardo Mastrandrea, giudice sportivo, ha scritto una lunga lettera al Fatto Quotidiano per pulirsi dalle accuse mosse dal quotidiano nei suoi confronti. Mastrandrea ha risposto come persona informata dei fatti per aver partecipato a un pranzo con Verdini, Fusi di BTP e Matteoli. Quel pranzo è finito nei radar come uno degli incontri simbolo dello scandalo sugli appalti della protezione civile. Si legge nella lettera:
“Sono Gerardo Mastrandrea, il Giudice Sportivo della Serie A, ma prima di questo, se mi permette, assiduo e affezionato lettore del Fatto, che non da oggi ritengo presidio di libertà e di indipendenza. Per la decisione presa in primo grado su Juve-Napoli non disputata mi sono ritrovato in prima pagina, con tanto di foto, in quanto seduto a tavola coi 3 della cricca, per il “vizio di sedersi a tavola con l’arbitro e uno dei giocatori” la “notiziona” (uso un frasario da “mi faccia il piacere”, rubrica a cui sono particolarmente affezionato) sarebbe che una dozzina di anni fa (in realtà sarebbero 9 e mezzo) mi sono trovato (tutto vero), da Capo Ufficio legale, ad accompagnare il Ministro delle Infrastrutture di allora (che non c’è più, e sarebbe l’ “arbitro”) a un pranzo dove c’erano persone che non conoscevo e che poi successivamente avrebbero avuto problemi con la giustizia (anche grazie alla mia deposizione probabilmente, visto che assunsi in dibattimento il ruolo di teste dell’accusa, ovvero dei pm)”.
“La storia, appena iniziata, è già finita. Bene, presentare la mia figura in quel modo, e soprattutto con quei titoli, come uomo di parte che si siede a tavola con figure più o meno discutibili meriterebbe probabilmente querela (faccio il magistrato da tanti anni e mi sforzo di onorare ogni giorno il mio lavoro), ma non è questo il problema, e peraltro non lo farò.
Volevo solo chiederle: che c’entra tutto questo con Juve-Napoli? Che c’entra questa storia, lo ripeto. Va bene per i siti dei tifosi, o presunti tali, che scartabellano disperatamente Internet alla ricerca di qualsiasi cosa possa denigrare la figura, questo ci sta, fa parte di quel mondo e lo accetto di buon grado. Dal Fatto, sinceramente no”