Nel vuoto dello Stadion Rujevica, il Napoli riesce a battere con sofferenza il Rijeka per 2-1. La prestazione dei partenopei è stata decisamente sottotono ed i primi 45′ sembravano essere scene appartenenti a un film horror diretto dalla regia di mister Gattuso.
Fortunatamente, però, per gli azzurri l’incubo è terminato a due minuti dalla fine del primo tempo con la rete di Demme. Il gol del tedesco pare che abbia funzionato d’antidoto per i partenopei, che in qualche modo hanno riconquistato un po’ di fiducia. A confermarlo sono le statistiche che sono completamente mutate nel secondo tempo. Il Napoli, infatti, ha effettuato un possesso palla pari al 75,3% contro il 24,7% del Rijeka e, in più, ha collezionato ben 20 tiri totali, mentre i croati solo 7. Da questi risultati si deduce che è mancata ancora una volta la precisione sotto porta visto i molteplici tentativi di segnare che non hanno ottenuto un gran successo.
Gli azzurri vincono con sofferenza, quali sono i motivi?
Al Napoli manca il modo brutale di pugnalare l’avversario e i motivi di questa mancanza possono essere ben due. La prima motivazione è la mentalità che è calata proprio dalla sconfitta contro l’AZ Alkmaar. Gli azzurri nell’avvio di campionato avevano dimostrato di essersi rivoluzionati dopo la vicenda dell’ammutinamento che aveva causato numerosi danni all’intero gruppo, ma forse questo cambiamento è ancora in fase di lavorazione visto che è bastata una semplice sconfitta per portare dubbi e incertezze.
La seconda motivazione, invece, può essere il cambio del modulo che ha messo in cattiva luce qualche calciatore. Gattuso quest’anno ha deciso di puntare sul 4-2-3-1, che ha reso protagonisti alcuni calciatori che sembravano ormai pronti a lasciare Napoli per trovare fiducia altrove. Tra questi Lozano e Politano che hanno fatto ricredere sulle loro capacità e hanno ottenuto l’approvazione di molti, tra cui tifosi e gruppo squadra.
Questo modulo, però, ha portato anche aspetti negativi come il nuovo ruolo di Dries Mertens. Il belga è stato adattato come trequartista e questa mansione lo vede in una posizione più arretrata del solito. Inoltre va aggiunto, che “Ciro” non mette a segno una rete da ben 5 partite e forse non è una coincidenza che ciò si verifichi in concomitanza al nuovo ruolo. Dunque, la scelta del cambio modulo ha portato vantaggi e svantaggi e ora resterà a Gattuso stabilire come rimediare ai lati negativi che ha portato la nuova idea di gioco.
Stiamo solo all’inizio di un lungo percorso che gli azzurri dovranno gestire nel miglior modo cercando di portare dei risultati ai tifosi partenopei. Nonostante la fatica, comunque, il Napoli è riuscito a portare i tre punti all’ombra del Vesuvio. E alla fine, pragmaticamente, è solo quello che conta.
Sara Madonna