L’eliminazione del Napoli dalla Champions League ha, senza dubbio, decretato molteplici verdetti e di disparata natura.
Tra i tanti, uno dei dati più incontestabili e, per certi versi, perfino, inaspettato è, senza dubbio, rappresentato dalla comprovata maturità della tifoseria partenopea, alla luce della condotta assunta dai supporter azzurri in occasione delle partite disputate in casa, così come in trasferta.
Forse anche il comportamento dei tifosi napoletani, da sempre stimati essere “scalmanati” e difficili da contenere, ha contribuito a stillare le statistiche dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, utilizzate per concludere che la tessera del tifoso può cedere il passo ad una più “easy” fidelity card.
Ma sarà proprio così?
Lasciamo che sia “la voce dei protagonisti” a rispondere a questo quesito.
“Hanno vinto le tifoserie ultras e violente, hanno vinto quelle società di calcio come la Roma che mai avevano accettato le regole. Qualcuno ha deciso di abolire la tessera del tifoso che pure ha dato grandi risultati nella lotta contro la violenza negli stadi. Ci saranno meno controlli annuncia la Federazione calcistica italiana. Ma come? Meno controlli per contrastare i violenti? Brutta notizia per i tifosi che vanno allo stadio solo per divertirsi e non per menare le mani. Hanno vinto le tifoserie ultras e violente.”
Così, l’ideatore della tessera del tifoso, Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, ha commentato attraverso un post pubblicato sul social network Facebook, l’abrogazione della stessa tessera a favore di una “più popolare” fidelity card.
“Dopo due anni di grandi risultati, l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive si è reso conto che si poteva dare fiducia alle tifoserie che hanno dimostrato di meritarselo, per fare appello al senso di responsabilità degli appassionati in maniera sana. Tra l’altro così si supera così l’effetto ingiustamente negativo del messaggio passato all’avvio dell’iniziativa: ovvero di un meccanismo di operazione di polizia. Non erano queste le intenzioni del Viminale, ma cosi vennero recepite da molti. L’evoluzione ci porta verso un modello simile alla card ”vivo azzurro” per i tifosi della nazionale. Occorre responsabilizzare e fidelizzare i tifosi, magari incentivando il senso di appartenenza. La Fidelity card sarà meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi e dei club, con procedure snellite e molti servizi per chi se ne dota.”
Replica Antonello Valentini, dirigente della FIGC.
Insomma, non si tratta di un atto di comprovata scelleratezza, la suddetta decisione è stata presa proprio alla luce dei dati positivi rilevati dall’Osservatorio da quando la tessera del tifoso è in vigore, concludendo che si può conferire fiducia alle tifoserie che hanno saputo guadagnarla sul campo, o meglio, sugli spalti.
Il fine è quello di fare maggiore leva sul senso di responsabilità degli appassionati e dei tifosi in maniera sana.
Una sorta di lezione di educazione civica in un’aula autogestita, un credito incassato con l’auspicio che non divenga mai un debito da estinguere, un test utile, se non necessario, per certificare che, l’esperienza acquisita negli anni, in teoria, sortisca i suoi benefici effetti anche nella pratica.
“La tessera del tifoso ha dato risultati straordinari – commenta il vicecapo dell’ Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci – e continuerà ad essere necessaria per andare in trasferta. Ora però spetterà ai club valorizzare la funzione di fidelity card con sconti, agevolazioni e tutto ciò che riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza.”
In questa direzione viaggia, appunto, il permesso concesso alla Roma per il carnet di biglietti a prezzo scontato per il possessore di tessera che si fa garante per i suoi amici, ottenendo, così, uno sconto sul prezzo d’acquisto.
Lo scorso dicembre, il Consiglio di Stato ha bocciato le tessere del tifoso abbinate obbligatoriamente a una carta di credito prepagata, perchè il legame inscindibile tra tessera e carta di credito rappresenta una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo.
Per cui, entro i limiti del consentito, dovranno essere le società a costruirsi un modello di card polifunzionale, senza tralasciare, ovviamente, i controlli di polizia preventivati (la tessera non va accordata in caso di Daspo e condanna per reati da stadio negli ultimi cinque anni).
Tuttavia, le procedure per la futura fidelity card verranno di molto snellite, lo conferma la stessa Figc.
L’obiettivo della riforma, sostanzialmente, è di incrementare l’affluenza di pubblico allo stadio e, al contempo, semplificare l’acquisto dei biglietti nonché velocizzare i tempi di consegna delle tessere del tifoso.
E’, pertanto, erroneo concludere che la tessera del tifoso lascerà il posto ad una carta fedeltà più light, ancorata sull’equazione più benefici e meno controlli.
Ed è lo stesso ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, a spiegare che non ci saranno modifiche alla tessera del tifoso in termini di controlli di polizia e argini al tifo violento: “il nuovo documento – ha dichiarato il Ministro – servirà a fidelizzare i tifosi. Non cambia nulla rispetto al documento precedente, abbiamo solo accolto le osservazioni del Consiglio di Stato sulla concorrenza. Nulla di meno per i controlli di polizia”..
Insomma, è bene che l’animo di chi vive la partita sugli spalti sia inondato da sconfinata passione, ma che quest’ultima sia perennemente annaffiata da buon senso e civiltà.
Luciana Esposito