Gargano come Lavezzi: “Napoli è una città bellissima, ma non possiamo uscire”

Napoli è una città bellissima, ma non possiamo uscire. Io voglio vivere solo in pace con la mia famiglia, qui a CastelVolturno posso farlo e mia moglie può passeggiare senza problemi.”

Questo è quanto ha dichiarato Walter Gargano nel corso di un’ intervista rilasciata alla tv Ovacion Digital.

Al coro di voci dei “martiri all’ombra del Vesuvio” si aggiunge, così, anche il centrocampista uruguaiano.

Una vita “difficile” quella vissuta dai calciatori del Napoli nella città di Napoli.

Tanto, troppo calore.

Si rischia di rimanerne asfissiati.

Eppure, quest’ennesima esternazione di insofferenza per la venerazione che il popolo partenopeo nutre per i suoi “Dei”, potrebbe iniziare a sortire l’effetto “in”desiderato.

I napoletani si mostrano molto infastiditi al cospetto di queste dichiarazioni e che siano proprio i loro pupilli più intoccabili a partorirle è un aspetto che li delude e non poco.

Perchè, senza dubbio alcuno, è questa stessa “insopportabile” passione a supportarli e a trascinarli, soprattutto, nei momenti topici delle partite, e ancora di più, nelle fasi critiche.

E’ innegabile che, in diversi frangenti, l’input decisivo per ribaltare i risultati è giunto proprio grazie al “ruggito del San Paolo”, da quella spinta incessante di quel pubblico che, sovente i giocatori stessi aizzano ed invocano con gesti che richiamano ed esaltano quel loro impeto, affinché li affianchino e li sostengano.

E loro non rispondono mai: “no, sono stanco. No, domani devo andare a lavorare, la voce mi serve.”

Loro rispondono: “Sempre presente.” “Sempre al tuo fianco”.

Però, poi, slacciate le scarpette, è meglio appendere al chiodo anche la riconoscenza e non ripagare con affetto e rispetto, quell’impagabile amore viscerale ed incondizionato, invidiato ed ammirato da tutte le squadre del mondo, perchè peculiare di questo popolo, capace di trattarli come vere e proprie divinità, dentro e fuori dal campo.

Ed, inoltre, questo attacco al fanatismo esasperante della tifoseria napoletana, inizia a non trovare riscontro nella realtà.

Lo certifica la lunga ed indisturbata passeggiata sul lungomare di Mergellina che papà Hamsik si è concesso lo scorso lunedì, scarrozzando il piccolo Lucas, godendosi sole e tranquillità.

E, ancora di più, lo dimostrano le infinite foto che Lady Gargano posta su Twitter.

Dalle quali non si evince il dramma di una giovane ragazza costretta a vivere segregata tra le mura domestiche, bensì la quotidianità di una persona che conosce bene le vie dello shopping partenopeo, che ama improvvisarsi guida turistica per mamma e papà Hamsik e che non disdegna di frequentare i locali più rinomati della ristorazione napoletana.

Non è stato affatto difficile, per la sottoscritta, qualche mese fa, nel corso di un sabato pomeriggio all’insegna dello shopping e del relax, all’interno dell’ outlet “La Reggia”, sito a Caserta, incontrare i coniugi Gargano, con il piccolo Mathias, in compagnia di Miguel Angel Britos e la sua compagna Virginia.

Calciatori e rispettive compagne passeggiavano divertiti ed indisturbati e lo stesso Gargano si è perfino sorpreso allorquando mi sono avvicinata per scambiare con loro qualche battuta ed immortalare l’incontro con una foto.

Mentre Britos credeva che non lo avessi nemmeno riconosciuto come un calciatore azzurro.

Reazione indicativa del fatto che, forse, questi ragazzi non sono così abituati a convivere con questi opprimenti bagni di folla, come, invece, descrivono o meglio vorrebbero lasciar credere e che, forse, sarebbe, pertanto, appropriato che venisse iniettata loro un’endovena di umiltà, affinché tornino nel mondo dei vivi, con i piedi ben saldi per terra.

Che il popolo di fede azzurra arda di passione per la sua squadra e, di riflesso, per i suoi DEGNI rappresentanti, è un dato di fatto assodato, ma estremizzare questo concetto portandolo all’esasperazione, appare ancor più eccessivo e fuori luogo.

Luciana Esposito

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