L’incognita che perseguita il Napoli: arriva la vittoria ma mancano certezze, occorre una svolta

E se contro lo Spezia i numerosi tiri in porta non hanno condotto il Napoli alla vittoria, con l’Udinese è accaduto il contrario. È anche vero che a volte conta solo il risultato finale e non la qualità della prestazione, ma questa mentalità non dà un futuro certo per la conquista di obbiettivi importanti. I tre punti sono arrivati e vanno ad aggiungersi ad un bottino scarno per cercare di tenere vivo il sogno Champions. Un desiderio che poco alla volta sfuma nel vuoto con grande rammarico visto le grandi potenzialità che si possiede ma che non vengono risaltate.

Strano non elogiare una squadra che conquista la vittoria, ma con un Napoli spento privo di genialità non si può farne almeno. Sta di fatto che le uniche eccezioni prendono il nome di Lozano e Meret. Il messicano ancora una volta va a fare la differenza facendo soffrire il suo avversario dalla fascia destra conducendolo a commettere un errore per placare la sua velocità. Ed è proprio lui a conquistare il rigore allo stesso modo di come rimediò le due espulsioni a Lykogiannis (Cagliari) e Ismajli (Spezia). Mentre Meret tiene vivo il match con 7 parate dando la possibilità ai suoi di riparare quello che sembrava l’irreparabile. E a finalizzare l’impresa ci ha pensato Bakayoko, autore del gol decisivo per la vittoria.

La mentalità va cambiata, ma le assenze dei due finalizzatori influiscono

È un problema che il Napoli si porta dietro da anni: la mentalità. Non è l’era Gattuso il problema, ne quella di Ancelotti e neanche quella di Sarri. Nessuna delle tre è stata in grado di mettere la parola fine a questa incognita, che sembra essere irrisolvibile negli ultimi anni. Il Napoli parte con il turbo ma poi crolla sul più bello, con soprattutto motivi ignoti. Cala il sipario ma senza un perché, senza un avvenimento che simboleggia in modo chiaro il declino della squadra. Il dilemma non riguarda l’allenatore, il progetto tecnico c’è ed è anche ben chiaro e, inoltre, dava anche segnali incoraggianti nell’avvio di Campionato ma quelle certezze ormai sono precipitate pian piano in un burrone nel quale sembra difficile uscirne.

E se queste certezze avessero due nomi: quello di Mertens e Osimhen? Forse sarebbero alibi o anche no. Dal punto di vista tattico la squadra risente le due assenze, la mancanza dei due finalizzatori ora inizia a pesare e la partita con lo Spezia è la rappresentazione più appropriata a questa difficoltà che il Napoli sta affrontando. Non solo in campo, ma, anche in spogliatoio e infatti non a caso Gattuso aveva deciso di portare con sé Mertens alla Dacia Arena. Il folletto belga non ha sicuramente deluso il tecnico calabrese al riguardo e, infatti, le sue incitazioni alla squadra in tribuna non sono passate inosservato. Un vero leader che non vede l’ora di tornare ad accarezzare l’erba del campo e indubbiamente il suo rientro sarà anche un respiro di sollievo per il resto della squadra e per mister Gattuso. Ma dall’altro canto, c’è da tener conto che il Napoli era stato molto apprezzato per la profondità della rosa, frutto di un eccellente calciomercato. E se si ha quest’arma in più non puoi di certo cadere alla prima difficoltà che si presenta.

Bisognava superare l’ostacolo delle assenze ma gli azzurri non lo hanno fatto e ora tocca ancora una volta a Gattuso rimettere in sesto la squadra con una seconda rinascita dopo quella dell’ammutinamento. Anche perché sarebbe un peccato buttare all’aria quello che sembrava un progetto perfetto in grado di entusiasmare, a distanza di tre anni dall’impresa di Sarri, il popolo napoletano.

Sara Madonna
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