A quattro mesi dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, il figlio Diego Junior ottiene un riconoscimento a lungo atteso: la cittadinanza argentina. Di seguito le parole di Diego intervistato da gianlucadimarzio.com:
“Oggi è stato uno di quei giorni in cui fai fatica a trovare le parole giuste, non lo dimenticherò facilmente“.
Diego Maradona Junior è divenuto oggi ufficialmente un cittadino argentino, in una cerimonia presso la sede del Consolato Generale a Roma. All’atto, presieduto dalla Console Ana Tito, hanno partecipato con un collegamento in diretta anche il Ministro degli Affari Esteri argentino Felipe Solà e l’Ambasciatore argentino in Italia Roberto Carlés. Proprio quest’ultimo ha annunciato che verrà allestita nel mese di giugno una scultura in onore di Diego Armando Maradona nello stadio del Napoli, che già porta il suo nome.
La cittadinanza a Diego Jr arriva in concomitanza con il lancio della Campagna Internazionale per il Diritto all’Identità, promossa dal governo argentino e iniziata lo scorso mercoledi 24 marzo in commemorazione dei 45 anni dell’ultimo colpo di stato subìto nel paese sudamericano. Proprio lui che, riconosciuto dal padre solo nel 1993, ha poi deciso di supportare la ricerca della propria identità famigliare, in particolare di quella dei nipoti delle “Abuelas de Plaza de Mayo”, che hanno visto i propri cari sparire per mano della dittatura militare argentina negli anni ’80.
“Sono molto orgoglioso che il governo argentino abbia scelto me come testimonial di questa iniziativa importantissima – ha commentato Diego Junior – l’identità è un diritto che dobbiamo avere tutti”.
Nel futuro del figlio di Maradona Junior, in possesso del patentino da allenatore UEFA B, quello di ricalcare le orme del padre sulla panchina di una squadra. Con il sogno di farlo proprio in quella in cui “El Pibe de Oro” è diventato leggenda.
“Voglio fare l’allenatore, studiare e prepararmi per farmi trovare pronto quando ci sarà l’opportunità di allenare una squadra. Il mio sogno è allenare il Napoli, ma ovviamente so che la strada è ancora molto lunga”.