“Sono un tifoso in lutto, la mia squadra è in una situazione complicata – queste le parole di Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente Juventus, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Il problema di questa Juventus non è Pirlo, ma è stato l’aver lasciato andare un allenatore forte e vincente come Allegri, per passare a Sarri. Quello è stato il passo che, dal mio punto di vista, non andava fatto.
La mia opinione su Maurizio è un po’ critica, non ho mai capito perché avesse accettato la panchina nonostante si fosse apertamente dichiarato anti-Juve. Le responsabilità di Pirlo sono le minori. L’area tecnica è deficitaria, e parlo di Nedved e Paratici. San Gennaro, mercoledì, dovrebbe fare una grazia all’inverso. Il Napoli è in ripresa, e i risultati lo dimostrano. Ha ritrovato un attacco fortissimo, anche se la difesa deve migliorare, ma dalle probabilità oggettive ha tutto dalla sua per poter vincere mercoledì, anche con un risultato largo considerato che sulla nostra difesa peseranno le assenze di Bonucci e Demiral.
La partita sarà fondamentale per entrambe le squadre: per le casse di entrambe è fondamentale arrivare in Champions, in più, per la Juve, non arrivare tra le prime quattro sarebbe un fallimento sportivo. Senza gli introiti Champions, saremmo costretti a vendere Dybala per ripianare il bilancio. L’argentino, tra l’altro, con quella cena assolutamente fuori luogo, ha aggravato pesantemente la sua posizione. Comunque anche il comportamento dei calciatori è causato dall’assenza della società: quando c’era Boniperti, decideva tutto per i calciatori, anche i loro ingaggi; Moggi, addirittura, vietava ai calciatori di portare perfino gli orecchini.
Non basta prendere a calci una bandierina, come fatto da Nedved, ma bisogna educare i giocatori e far capire loro il valore della maglia che indossano. Dove si deciderà Juve-Napoli? A centrocampo. Nella Juventus sarà assente Arthur, non so se per infortunio o per punizione, e anche McKennie. È il punto debole della squadra negli ultimi anni: nessuno ha sostituito Pirlo e Pogba. Gattuso? L’ho sempre stimato come calciatore, non per la sua classe ma per la sua grinta e, soprattutto, per il suo essere aperto e diretto nelle dichiarazioni.
Anche se, talvolta, è stato politicamente scorretto. Io non sono un padrone come De Laurentiis, pertanto non sono all’altezza di dargli un consiglio sull’allenatore, ma credo che siano entrambi caratteri fumantini e, per questo, credo si separeranno. Scambio Insigne-Dybala? Io terrei l’argentino e lo farei diventare il vero numero 10 della Juventus. Lorenzo, tecnicamente, è all’altezza di indossare la maglia bianconera, ma deve crescere caratterialmente. È una stella, ha classe infinita, ma non ha ancora abbastanza autorevolezza”.