Luciano Spalletti, nella serata di ieri, ha convinto anche i più scettici. Il tecnico toscano si è definitivamente preso Napoli e il Napoli.
Della partita contro il Legia ci sono tante situazioni da poter mettere sotto la lente d’ingrandimento, dall’ormai sempre più impenetrabile difesa azzurra alla qualità dei singoli in zona offensiva.
La giostra, però, è gestita da lui, Luciano Spalletti.
La capacità con cui il mister è riuscito a cambiare sistema di gioco e interpreti in maniera così netta e improvvisa è sintomo di un solo aspetto, il legame che si è ormai creato dentro lo spogliatoio tra lui e i giocatori. Spalletti ha la squadra in pugno, e alla squadra questo va più che bene.
Il Napoli ieri, sfruttando la possibilità di poter giocare in più posizioni di molti giocatori, come Insigne, Demme, Elmas e Juan Jesus, ha cambiato almeno tre moduli. Passando dalla difesa a quattro con un centrocampo a tre per concludere con un centrocampo a due, il tutto intervallato dalla difesa a tre nel momento di massima spinta, con Elmas a tutta fascia sulla sinistra.
Il Napoli l’ha vinta grazie ai cambi, ovviamente quando in panchina hai giocatori come Osimhen, Fabian Ruiz e Politano, tutto sembra più facile.
Proprio Politano è stato immediatamente fondamentale, con l’assist ad Insigne dopo appena quattro minuti dall’ingresso in campo. Poi Lorenzo fa un gol stellare, riscattando le ultime uscite tutt’altro che esaltanti. Nel momento del bisogno, quando senza gol il Napoli avrebbe visto davvero lontana la qualificazione, ecco in soccorso il suo capitano, per Napoli e per il Napoli.
Per la freccia nigeriana non ci sono più aggettivi, semplicemente indomabile, fa quello che vuole, letteralmente. A segno in sette delle ultime otto partite con la maglia del Napoli, con il bottino di nove reti totali.
Spalletti conosce i suoi ragazzi, nel bene e nel male, sa quando può azzardare sei giocatori offensivi e quando invece è meglio tutelarsi.
Infine, perché una menzione è d’obbligo, ottima notizia i rientri, ormai totali, di Demme e Mertens. Il belga più volte vicino al gol, bellissima la girata di destro ad incrociare, con il pallone fuori di un nulla.
Diego invece è stato autore di una partita ordinata, capace di interpretare bene le varie posizioni cambiate nei novanta minuti.
Simone Falasca