Il Napoli vince, ancora, con merito contro la Salernitana. Si dimostra cattivo, ancora. Cinico quanto basta, anche per vincere 0-1 in uno stadio caldissimo, davanti a un pubblico di tifosi e una squadra che hanno promesso battaglia durissima, a distanza di 12 anni dall’ultimo derby campano – giocato in Coppa Italia.
I numeri parlano chiaro, vittoria meritata e agguantata grazie al tasso tecnico più elevato. E anche grazie a un pizzico di fortuna. Questo il grande pregio che il Napoli sta dimostrando in questa stagione: la consapevolezza di essere una squadra forte, capace di tutto in ogni momento della partita e di far valere la propria forza contro ogni avversario, “debole” o “forte” che sia.
Il Napoli non molla un centimetro e, se proprio deve perdere, com’è successo solo contro lo Spartak Mosca finora con Spalletti in panchina, potremmo dire che perde unicamente per via del caso, della sfortuna, per un dettaglio quasi impercettibile.
A questo pregio, però, corrisponde un difetto in questo Napoli, un difetto che è anche un pregio, in realtà perché è una mancanza forte: quella di Osimhen. Quando il nigeriano non è in campo, il Napoli fatica, fatica tanto. Il resto degli attaccanti non riesce a tenere il passo di Victor, anche in termini di numeri, di gol. La squadra ha vinto lo stesso perché riesce a dare molto in gruppo quando manca il 22enne.
Resta qualche perplessità, soprattutto in vista della Coppa d’Africa tra gennaio e febbraio, dove l’ossatura e la fisicità della squadra verrà persa integralmente: Osimhen-Anguissa-Koulibaly, tra i migliori in questa prima parte di stagione, tutti fuori per la competizione continentale. In quel periodo, quanto verrà acuito il “difetto” di questo Napoli? Serve trovare contromisure per non perdere questa continuità da scudetto.
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Lorenzo Gentile