Il Napoli viaggia spedito in questo inizio di stagione: dieci vittorie in undici partite di campionato (zero sconfitte), primo posto in classifica con il Milan e una squadra che affronta tutte le partite con determinazione e serietà. Merito di questo inizio col botto è dovuto soprattutto a Luciano Spalletti: il tecnico toscano ha saputo far ritrovare entusiasmo a un gruppo che aveva concluso la scorsa stagione con la delusione della mancata qualificazione in Champions League.
Il merito di Spalletti è anche quello di far sentire tutti i giocatori partecipi, nessuno escluso. Tra i vari calciatori cresciuti sotto la sua guida (senza dimenticare Rrahmani, Lobotka e Ounas) c’è Elif Elmas. Attualmente, il macedone è una bella copia del giocatore visto nei due anni precedenti.
Elif Elmas, la valorizzazione di un diamante grezzo
Centrocampista macedone classe ’99, Elmas arriva a Napoli dal Fenerbahçe nell’estate del 2019. La maggior parte dei tifosi e degli addetti ai lavori non conoscono questo ragazzo di nemmeno 20 anni che è stato acquistato da Giuntoli per una cifra abbastanza “alta” (16 milioni più bonus).
Nelle prime due stagioni, sotto la guida di Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso, Elmas trova 80 presenze (solo 26 da titolare) tra campionato e coppe e segna 4 reti. Le prestazioni del macedone, però, non convincono mai a pieno né i due tecnici né la tifoseria: in molti si chiedono quale sia il suo vero ruolo e se possa realmente servire in questo Napoli. Qualcuno, quest’estate, chiedeva la sua cessione e acquistare un altro centrocampista. Ma l’arrivo di Luciano Spalletti cambia tutto.
Nonostante l’ottima tecnica si notasse sin da prima, Spalletti riesce a raffinare questo diamante grezzo, gli concede più possibilità per mettersi in mostra e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Utilizzato quasi sempre sulla trequarti e concedendogli più spazio, Elmas è libero di agire e di mettere in mostra le sue caratteristiche migliori, come il dribbling nello stretto. In questo inizio di stagione, Elmas ha giocato almeno 20 minuti in tutte le partite, partendo dal primo minuto per ben 6 volte su 14 match disputati, trovando anche due gol e due assist vincenti.
Il lavoro di Spalletti sulla testa e sulla tecnica del ragazzo è evidente e il tecnico ex Inter ha “aggiustato” un’ottima pedina per il suo scacchiere. Una pedina che, visti i tanti impegni ravvicinati, è diventata fondamentale.
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Danilo De Falco