Gonzalo Higuain ha tenuto un’intervista per ESPN, nel corso della quale ha espresso la propria opinione sul calcio moderno e il cambiamento delle sue priorità in merito. Queste le sue parole.
“Amo il calcio e lo amerò sempre. Mi sono divertito ed ho sofferto, ma ora mi piace sempre meno vederlo. Ho guardato PSG-Manchester City al telefono perché mia figlia voleva guardare i cartoni: sono cambiate le mie priorità. Quando si dice che tanti talenti non escono in Argentina e nel mondo è perché la tecnologia, gli spazi ridotti e le giocate a due tocchi hanno tolto il palleggio e l’uno contro uno. Si è obbligati a giocare a due tocchi altrimenti l’allenatore si lamenta. Giocando così si vedono sempre meno dribblatori”.
L’argentino ha anche parlato dei sacrifici che ha dovuto fare per realizzare la propria carriera. “La gente non sa quello che ho dato per avere tutto questo da quando avevo 9 anni. Ho chiesto quello che pensavo di meritare per ogni club in cui ho giocato. Ho superato ostacoli e segnato gol su gol per chiedere miglioramenti. Ho passato compleanni senza i miei migliori amici, sono andato in Russia per i Mondiali il giorno dopo la nascita di mia figlia, sono dovuto tornare in Argentina per via di ciò che è successo a mia madre. Ho fatto tanti sacrifici, non sono mai stato libero di mangiare o bere ciò che volevo perché in un modo o nell’altro subivi critiche. Negli Stai Uniti non c’è questo approccio e quando provi a venire qua, non vuoi più tornare indietro”.
“Stavo per lasciare il calcio”
Nel corso dell’intervista ha inoltre manifestato la sua sofferenza a causa della scomparsa della madre. “Sono andato in Argentina ed ho detto a mia madre che fin quando non fosse guarita, io non avrei più giocato a calcio. Ho combattuto per lei ma mi ha risposto che sarebbe morta prima perché non mi avrebbe permesso di lasciare qualcosa che amavo a causa sua. Ho continuato a giocare per lei. Stavo per lasciare il calcio“.
Sul periodo pandemico, infine, ha concluso: “Quando sono tornato in Argentina durante la pandemia non volevo tornare alla Juventus perché mi sembrava un’aberrazione che continuassero a giocare con tutti i morti che ci sono stati. Nel calcio se ne fregano della vita delle persone. Hanno continuato a giocare per tenere occupata la testa di chi era rinchiuso in casa. Non volevo tornare ed ho ricevuto tante critiche per aver detto ciò che sentivo”.