È metà agosto del 2021, mancano pochi giorni all’inizio del campionato di Serie A. Il Napoli non ha praticamente quasi fatto mercato e lo scetticismo è alto tra i tifosi partenopei: le speranze di una buona stagione sono minime.
Adesso, immaginate che sotto il vostro ombrellone si presenti Marty McFly dal futuro e vi dica: “Il Napoli vincerà 10 delle prime 12 partite di campionato e sarà primo in classifica alla sosta di novembre”. Voi gli credereste?
Passano i mesi, il Napoli vince, convince, stupisce tutti e vi rendete conto che la profezia si è avverata. La sosta di novembre regala solo delusione a causa dei due pareggi dell’Italia che la costringono ai playoff per i Mondiali in Qatar e voi non vedete l’ora di tornare ad ammirare il Napoli di Spalletti.
Ma, pochi giorni prima del big match con l’Inter, questa volta è Doctor Strange a bussare alla vostra porta e dirvi: “Grazie alla Gemma del Tempo ho potuto vedere tutto ciò che accadrà da qui a fine anno: il Napoli farà solo 7 punti nelle prossime 7 partite, perdendo in casa contro Empoli e Spezia”. Voi gli credereste?
La risposta, in entrambi i casi, è no. Nessuno si aspettava quell’inizio scoppiettante, nessuno si aspettava questa debacle così disastrosa. Ma è normale, fa parte del percorso. Però, ora Spalletti deve trovare una soluzione.
La storia tra Luciano Spalletti e il Napoli inizia da prima dell’ufficialità e della conferenza stampa di presentazione. Il punto di partenza di questa storia è da fissare al 23 maggio scorso, giorno di Napoli-Verona. Quella sera, con il deludente pareggio e la conseguente mancata qualificazione in Champions League, i tifosi azzurri si sentirono traditi dai propri beniamini.
Quindi, il primo compito di Spalletti era quello di far riavvicinare i tifosi alla squadra. E, grazie alle sue eccellenti doti comunicative e a un precampionato convincente, ci è riuscito in maniera egregia.
Il secondo compito era quello di far trovare nuovi stimoli a giocatori che non erano più parte del progetto. Gli esempi di Lobotka, Elmas, Rrahmani e anche Malcuit e Ounas sono chiarissimi per poter dare 10 alla seconda verifica del tecnico di Certaldo.
Far giocare bene una squadra quasi del tutto identica a quella di Gattuso sembrava essere il test più arduo. Invece, l’ex Inter ha superato a pieni voti anche questa prova.
Ma ora viene la parte più difficile: Spalletti deve far ritrovare entusiasmo alla piazza, deve ottenere risultati e deve scacciare via queste critiche che stanno arrivando da parte della tifoseria. Questo è il momento in cui Spalletti avrebbe bisogno del suo Antonio Capuano che, davanti alla bellezza del Golfo di Napoli, gli grida “Non ti disunire, Luciano”. E lui, a differenza di Fabietto, non può chiedere “Che significa?” e scappare a Roma. Luciano deve restare a comando della nave e trovare una soluzione. Il prima possibile.