AGGIORNAMENTO ORE 15.30 – È arrivata la tanto attesa decisione del giudice sportivo riguardante i fatti avvenuti ieri sera, in cui sono stati coinvolti Bonucci e Cristiano Mozzillo. Il giocatore bianconero ha infatti attaccato il dirigente nerazzuro in seguito al gol di Sanchez, a causa di una presunta eccessiva esultanza.
Bonucci è stato graziato dalla Corte di Giustizia Sportiva, che ha sanzionato l’accaduto con un’ammenda, ma non con una squalifica. Di seguito il comunicato:
“Ammenda di diecimila euro a Leonardo Bonucci (Juventus) per essersi, al 121′, reso protagonista di un alterco con un dirigente della squadra avversaria che veniva dal medesimo strattonato. Infrazione rilevata da un collaboratore della Procura Federale”.
ORE 14.24 – È stata una partita carica di tensione quella fra Inter e Juventus valida per la conquista della Supercoppa Italiana. Il trofeo è andato all’Inter grazie al gol al 120′ di Alexis Sanchez, che ha permesso alla partita di chiudersi sul 2-1 in favore dei nerazzurri.
Particolarmente rabbiosa è stata la reazione al gol di Leonardo Bonucci: il difensore della nazionale era in attesa di un fallo tattico per entrare in campo in vista dei calci di rigore ma il gol ha decretato la sconfitta della Juventus senza passare dai tiri dal dischetto, impedendo l’ingresso dell’ex Milan.
Lo juventino si è, infatti, scagliato contro il segretario generale dell’Inter ed ex responsabile del settore giovanile del Napoli Cristiano Mozzillo, reo forse di aver esultato con troppo vigore alla rete di Sanchez.
Secondo quanto riporta Il Tempo, Bonucci avrebbe urlato nei confronti di Mozzillo “Non mi esulti in faccia, che c… fai? Ti ammazzo”. Gli uomini della procura federale hanno assistito alla scena a bordocampo e sembra che il giocatore abbia aggredito anche fisicamente il segretario generale dell’Inter, spingendolo e mollandogli un paio di pugni tra il collo e la spalla.
Adesso il difensore della Juventus rischia seriamente una squalifica: si attende il verdetto del giudice sportivo che ha ricevuto gli atti dalla procura federale.
Felice Luongo