Fabian Ruiz, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della UEFA nel corso della quale si è soffermato su diversi temi. Di seguito quanto evidenziato:
“Sono sempre notti speciali quelli in Europa League, per questo per noi è importante far bene. Ci carichiamo in queste gare, poi sappiamo che per il Napoli significano molto. Abbiamo una sfida difficile col Barcellona ma sogniamo di arrivare lontano, di andare avanti il più possibile! Poi c’è da dire che siamo una bella squadra e stiamo giocando bene, possiamo affrontarli ad armi pari“.
“Il Barcellona ha grandi giocatori, pure se in questa stagione non è come le altre per le difficoltà. Ma arrivano a questo match da un periodo positivo, hanno preso calciatori importanti a gennaio. Per questo non sarà facile passare il turno, ma dobbiamo restare concentrati nei 180 minuti o quanto durerà. Speriamo che alla fine la bilancia possa pendere dal lato nostro!”.
L’arrivo a Napoli
“Una volta firmato il rinnovo col Betis, ho continuato a giocare fino a fine stagione, poi però Carlo Ancelotti è diventato allenatore del Napoli. A quel punto, ho sentito ancora di più il forte interesse della SSC Napoli. Sapete, perché Ancelotti diceva sempre: ‘Fabian è la prima opzione’. Allora si è messo poi in contatto col mio agente e l’interesse che il club e l’allenatore mi mostrarono rese la mia decisione più facile. Venire in un club come il Napoli con la sua storia, i tifosi che ha e lo stadio è stato per me un passo avanti, davvero”.
“Da quando sono arrivato a Napoli, tutti mi hanno dimostrato affetto. Vedo come la gente vive per il calcio, mi hanno dato l’opportunità di giocare in Europa e di essere fra le 3 squadre più grandi in Italia. Per questo posso dire che ho fatto la scelta giusta”.
“All’inizio non conoscevo la lingua e mi mancavano famiglia e amici che erano lontani. Ma sono entrato in un grande spogliatoio! Compagni che oggi sono amici, sono stato fortunato veramente ed è stato facile e veloce adattarsi grazie a loro. In particolare Mertens con cui il primo anno ero quasi ogni giorno! Dries mi portava fuori a passeggiare e a cane, mi ha fatto conoscere Napoli. Ho imparato presto la lingua italiana così”.
Giocare al Maradona
“Giocare al Maradona è da pelle d’oca. Poter vivere questa città, vivere di calcio in questo stadio. Uno stadio importante non solo a Napoli ma in tutto il mondo per come ha fatto la storia Diego Armando Maradona, per quello che ha fatto qui. Davvero si vive una sensazione unica, soprattutto quando giochiamo in Europa. Quando sento la gente gridare l’inno Champions anche dall’altro capo della città… è una sensazione che non si può spiegare se non vivendola“.