SQUALIFICA OSIMHEN – Napoli-Udinese, 92′ minuto: il Napoli ha ribaltato il risultato grazie alla doppietta di Osimhen ed i bianconeri sono alla disperata ricerca del gol del pareggio. Walace, da fuori area, cerca un tiro basso che viene respinto da Victor Osimhen in scivolata. Fourneau, arbitro del match, ravvisa un tocco di mano ed estrae il giallo: ammonizione pesante, che vale una squalifica ad Osimhen. Il nigeriano, infatti, era diffidato, e salterà la prossima gara di campionato, a Bergamo contro l’Atalanta.
Il tiro di Walace, basso, è effettivamente respinto da Osimhen con un braccio. Il numero 9 azzurro, lanciandosi in scivolata, lascia il braccio destro a terra e, con lo stesso, impedisce che il pallone raggiunga la porta.
Questo post in breve
Squalifica Osimhen, giallo giusto?
Il direttore di gara, Francesco Fourneau, non ha avuto dubbi. Il tocco di mano dell’attaccante azzurro per l’arbitro è stato a tutti gli effetti un’infrazione e, in quanto tale, l’ammonizione è scattata in automatico. Un tocco di mano infatti viene punito con il giallo quando interrompe un’azione pericolosa degli avversari o ferma un eventuale tiro in porta.
La scelta di Fourneau, quindi, è giusta da regolamento. C’è però un errore di fondo, poiché il tocco di mano di Osimhen non sarebbe dovuto essere sanzionato in quanto non costituisce un’infrazione di gioco. Come spiegato da Marelli in diretta su DAZN: “Non era nemmeno fallo perché il braccio di Osimhen era in appoggio sul terreno e noi sappiamo che questi falli non sono punibili. Giallo completamente errato“. Senza ammonizione non sarebbe scattata la squalifica per Osimhen: errore grave, quindi, del fischietto romano.
Possibile il ricorso per Atalanta-Napoli?
Alla luce del chiaro errore dell’arbitro, e della conseguente pesante assenza di Osimhen in vista della partita contro l’Atalanta, sorge spontanea una domanda. Può il Napoli presentare ricorso per schierare il nigeriano in campo contro i nerazzurri?
Stando a quanto riportato dal Codice di Giustizia Sportiva, nell’articolo 45, comma 1: “Sono legittimati a proporre ricorso innanzi agli organi di giustizia di primo grado e reclamo
innanzi agli organi di giustizia di secondo grado, le società e i soggetti che abbiano interesse
diretto al ricorso o al reclamo stesso. Per i ricorsi o i reclami in ordine allo svolgimento di gare,
sono titolari di interesse diretto soltanto le società e i loro tesserati che vi hanno partecipato“.
Sempre seguendo il Codice, all’articolo 65, comma 1, vi è scritto che: “I Giudici sportivi giudicano, senza udienza e con immediatezza, in ordine: […] alla regolarità dello svolgimento delle gare, con esclusione dei fatti che investono decisioni di natura tecnica o disciplinare adottate in campo dall’arbitro o che siano devoluti alla esclusiva discrezionalità tecnica di questi ai sensi della regola 5 del Regolamento di Giuoco”.
Il Regolamento e l’autorità dell’arbitro
La Regola 5 del Regolamento dichiara che: “Le decisioni dell’arbitro su fatti relativi al gioco, compreso se una rete è stata segnata o no ed il risultato della gara, sono inappellabili. Le decisioni dell’arbitro e di tutti gli altri ufficiali di gara devono essere sempre rispettate. L’arbitro non può cambiare una decisione relativa ad una ripresa di gioco, se si rende conto che è errata o su indicazione di un altro ufficiale di gara, qualora il gioco sia stato ripreso o abbia segnalato la fine del primo o del secondo periodo (inclusi i supplementari) e lasciato il terreno di gioco o qualora la gara sia sospesa definitivamente”.
Verosimilmente, quindi, il Napoli non effettuerà ricorso contro la squalifica di Osimhen, a causa delle basse probabilità di vittoria.