Non è ancora stata presa una decisone ufficiale da parte del Napoli riguardo a chi sarà il portiere titolare della prossima stagione. La situazione è piuttosto intricata: il contratto di Ospina, portiere titolare di quest’anno, scadrà fra pochi giorni, mentre invece quello di Meret scadrà l’anno prossimo e il friulano è disposto a prolungarlo solo a patto di avere maggiore spazio.
Ospina ha rappresentato per il Napoli una certezza nell’ultima stagione e non sarebbe una perdita indolore. Anche l’allenatore Spalletti, infatti, sembra spingere molto per la permanenza del portiere colombiano. Al momento, però, le distanze sul rinnovo sembrano essere nette e la strada sembra portare verso una separazione.
Le difficoltà incorse nel rinnovo di Ospina hanno, d’altro canto, aumentato le possibilità di un rinnovo di Meret e negli ultimi giorni sembrano esserci stati progressi nella trattativa. L’obiettivo degli azzurri potrebbe essere quindi quello di puntare su Meret come portiere titolare della prossima stagione, affiancandolo ad un portiere di esperienza e di sicura affidabilità. Il primo nome al riguardo sarebbe quello di Salvatore Sirigu, svincolato dopo l’amara stagione al Genoa chiusa con la retrocessione del club rossoblù. Potrebbe rappresentare la scelta giusta questa?
Questo post in breve
Napoli-Meret, perché sì: valorizzare un investimento del club
Il motivo principale per puntare su Alex Meret sarebbe quello di valorizzare la scelta del Napoli di puntare su di lui nel 2018, dopo la partenza di Pepe Reina. Il club azzurro investì su di lui con grande decisione, sborsando ben 26 milioni di euro per accaparrarselo dall’Udinese. L’intenzione della società era quella di assicurarsi un portiere giovane che potesse rappresentare una certezza per la porta azzurra nel presente e nel futuro, a costo anche di effettuare un investimento corposo.
Invece, l’avventura di Meret a Napoli è stata caratterizzata da più ombre che luci, un po’ per colpe sue ma anche per tanta sfortuna, con degli infortuni arrivati nei momenti più sbagliati come quello avvenuto pochi giorni dopo la sua firma con gli azzurri a Dimaro. Un motivo per avallare la scelta di Meret sarebbe dunque quello di effettuare una decisione coerente con quella fatta 4 anni fa, volta ad effettuare un investimento a lungo termine. Sarebbe dunque un po’ presto per bocciare una decisione così rivolta in prospettiva.
Meret-Napoli, perché no: l’assenza di fiducia
Come detto, quindi, la scelta di puntare tutto su Meret, al di là delle opinioni sul valore del giocatore, può essere reputata logica solo a patto che tutto l’ambiente abbia piena fiducia nei suoi confronti, soprattutto in considerazione della delicatezza del ruolo del portiere negli equilibri di una squadra. Ci sono però una serie di indicatori che, però, mostrano come la società azzurra sia da un lato non così tanto convinta di questa scelta e dall’altro consapevole dei margini di rischio che questa presenta.
Il primo è quello della scelta di un portiere di esperienza e di sicura affidabilità come vice Meret. Questo può essere visto come un segno di una fiducia solo condizionata nei confronti del portiere friulano, per prepararsi una strada di riserva nel caso in cui le lacune fatte emergere nell’ultimo periodo siano tali da mostrare inadeguatezza rispetto al ruolo di titolare inamovibile. Una situazione che, però, rischia di creare pressione non da poco nei suoi confronti e che rischierebbe di generare in lui la consapevolezza di una quasi totale assenza di margini d’errore.
Un secondo indicatore utile ad evidenziare questa insicurezza dell’ambiente è l’atteggiamento di Spalletti. Tante notizie infatti segnalano che l’allenatore abbia chiesto a gran voce alla società il rinnovo di Ospina, portiere che ha investito come titolare nell’ultima stagione nonostante la richiesta della società di puntare su Meret. Le dichiarazioni rilasciate dal mister negli ultimi giorni sembrano poter confermare questa sua preferenza nei confronti del colombiano. Il mister ha infatti dichiarato esplicitamente di preferire un portiere che sappia giocare con piedi in quanto: “Il futuro è che il portiere giocherà tanti palloni. Nessuno vorrà un portiere che non sappia giocare con i piedi“. Inevitabile non pensare che esista un riferimento a Meret in queste parole.
Meret e i problemi (trascurabili) nel gioco con i piedi
Deve ritenersi però sbagliato puntare il dito esclusivamente sui problemi di Meret nel gioco con i piedi per poter considerare come sbagliata la scelta del Napoli di puntare su di lui. Questo costituisce infatti l’unico aspetto che su cui Meret deve lavorare sul piano della tecnica individuale mentre invece gli manca ben poco sul resto.
Ma non è detto che un aspetto del genere possa incidere in modo negativo sulle sue possibilità di un portiere giocare in una big: anche Donnarumma presenta delle difficoltà (anche maggiori rispetto a quelle di Meret) riguardo questo aspetto, ma ugualmente si ritrova ad essere il portiere titolare del Paris Saint-Germain e della nazionale italiana, oltre ad essere stato ugualmente premiato come miglior portiere dello scorso Europeo. In più, non si possono trascurare i lievi, ma visibili, miglioramenti che Meret ha avuto nel gioco con i piedi nel corso della sua avventura a Napoli grazie anche all’inevitabile confronto costante col problema, data la sua essenzialità nel gioco degli ultimi due allenatori azzurri (Gattuso e Spalletti).
D’altronde, la situazione scatenante dei dubbi al riguardo, cioè l’errore di Empoli, dovrebbe essere contestualizzato sotto un altro punto di vista, in una dimensione più psicologica che tecnica: è ovvio che l’assenza di padronanza da parte di Meret in situazioni di questo tipo abbia inciso sull’errore, ma va valutato anche il delicato momento della partita e, pertanto, l’assenza della condizione psicologica giusta per gestire la situazione. È quindi il secondo aspetto ad aver inciso di più sull’errore e ciò diventa ancor più evidente se notiamo come a causare la “papera” sia stata più un’indecisione sul compagno da servire che un errore nell’esecuzione tecnica del passaggio.
L’atteggiamento di Meret diventa decisivo
Il vero limite di Meret è costituito quindi più da una mancanza di personalità in alcuni momenti chiave della partita e della stagione. Solo il campo potrà aiutarlo a crescere sotto questo punto di vista e magari una concorrenza minore fra i pali (anche se non totalmente assente) potrebbe aiutarlo a prendere maggior fiducia nei propri mezzi.
A questo punto, diventa fondamentale l’atteggiamento con cui Meret si presenterà in campo dopo il rinnovo e la titolarità. Stavolta, come mai prima d’ora nella sua avventura a Napoli, il portiere è chiamato ad una reazione di personalità, volta a convincere l’allenatore oltre che tutti i tifosi scettici nei suoi confronti. Tutti gli occhi sono su di lui e anche un solo errore potrebbe costargli il posto e portarlo al centro delle critiche.
Spetta a lui il compito di saper gestire la pressione e dimostrare a tutti il suo indiscutibile valore, venuto meno in alcuni momenti ma ugualmente presente e vivo (o da ravvivare).