Luigi De Magistris, sindaco di Napoli è intervenuto sulle frequenze di Radio Kiss Kiss e ha rilasciato un lungo intervento, parlando della vittoria del futuro della società partenopea e dei fischi all’inno: “Ieri ero allo stadio Olimpico e devo dire che le emozioni sono state forti. Il Napoli ha strameritato la vittoria della Coppa Italia, mostrando grande fame in campo. E’ tutto bello anche per la città: ieri allo stadio si avvertiva una certa simpatia per Napoli, anche da parte delle autorità presenti che erano neutrali perchè non tifavano ne per gli azzurri ne per la Juventus. C’era grande acclamazione per la nostra squadra, attraverso lo sport è arrivato un bel messaggio per la nostra città. Vincere qui è più bello, ne stiamo dando prova in ambiti diversi ma che sono collegati tra loro. Possiamo essere da esempio in tante cose, così come nello sport sta facendo De Laurentiis con i bilanci trasparenti e le sue vittorie. La città sta liberando le sue bellezze, si è liberata dai rifiuti per porsi all’avanguardia in tanti settori. Napoli, in questo momento, è guardata con molto interesse a livello nazionale ma anche internazionale. Il connubio città-sport è vincente e lo porteremo avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Lo scudetto ora? Assolutamente sì. Nei prossimi giorni incontrerò il presidente De Laurentiis per fare il punto su tante cose. Credo che si sia aperto un ciclo vincente per Napoli e per la sua squadra: lo sport ci vedrà poi protagonisti in più discipline. Si è aperta una stagione importante e la prospettiva di un nuovo stadio non fa altro che rafforzare questa convinzione e l’entusiasmo che è molto utile nello sport perchè, quando ti poni traguardi importanti come la costruzione di impianti ultramoderni, la costruzione di una squadra forte, attraverso i cittadini che partecipano, diventiamo una pacifica macchina da guerra. Napoli non è seconda a nessuno e lo sanno bene a livello politico, sportivo e istituzionale. Oggi bisogna togliersi il cappello quando si parla di Napoli.
I fischi all’Inno Nazionale? Nello stadio accade sempre un po’ di tutto. Ieri è stata una giornata particolare: eravamo a poche ore dal terremoto e dal barbaro assassinio di Brindisi. La giornata è stata difficile, in questi momenti bisogna dare il meglio. Voglio ricordare la serata di ieri come una serata di partecipazione ad emozioni importanti e di vicinanza a chi soffre. Qualche imbecille c’è sempre, così come chi ha tirato il petardo alle spalle di Morgan De Sanctis. Tornare ai vertici del calcio internazionale significa anche assumere comportamenti sportivi e in questo voglio ringraziare De Laurentiis che in questi anni ha dato un contributo fondamentale per vincere la Coppa Italia dopo tanti anni e sono felice che questo sia avvenuto all’inizio del mio mandato di Sindaco“
Intanto è arrivata puntuale la risposta di Arisa, di condanna, in seguito ai fischi uditi durante la sua interpretazione acapella dell‘inno di Mameli. Ciò quanto appare sul quotidiano Il Messaggero: “Molti sostengono che i fischi fossero indirizzati alla mia esecuzione e io lo avrei preferito, invece chi ha fischiato lo ha fatto prima ancora che iniziassi a cantare, ce l’avevano proprio con l’inno d’Italia. In passato ci sono già stati episodi analoghi. È una vergogna». Arisa commenta così i fischi con i quali una parte del pubblico dell’Olimpico ha accompagnato ieri la sua esecuzione in campo dell’Inno di Mameli, prima della finale di Coppa Italia Juventus-Napoli. «I fischi, come cantante, mi hanno lasciata indifferente: un pò perchè non li sentivo rivolti a me e un pò perchè in vita mia ne ho già ricevuti tanti. I giudizi del pubblico su di me li rispetto, volevo fare la cantante da quando avevo quattro anni e non sempre mi hanno applaudito, ricordo che, a Forlì, mi hanno persino tirato un pomodoro -prosegue Arisa- Come cittadina, invece, penso che chi ha fischiato l’inno d’Italia non sa neanche cosa dovrebbe significare per gli italiani, una massa di frustrati, irrispettosi, vandali. Sembra quasi che lo stadio sia utilizzato da tanti solo per sfogare i propri peggiori istinti. Quando ieri sono uscita dall’Olimpico sembrava di essere in zona di guerra” – poi conclude – “Comunque sono molto contenta di aver cantato l’inno che ci rappresenta nel mondo: io ci ho messo la faccia, l’ho fatto volentieri e lo rifarei altre mille volte, è stata una esperienza adrenalinica. Sono italiana e felice di esserlo», aggiunge Arisa, ricordando poi che «nel mio disco (Amami, ndr) c’è il brano Democrazia, che io riferisco al fatto che non abbiamo una coscienza di popolo, non ci amiamo come si amano gli altri popoli». Quanto alla sua esecuzione, Arisa chiarisce che non è stata una sua scelta ma gli è stato chiesto di interpretare il brano “a cappella”, cioè con la sola voce, e lamenta che «nel microfono si sentiva tutto lo stadio”.