Ci risiamo. Puntuale arriva la scontata decisione del Giudice Sportivo Tosel sui fischi all’inno in occasione della finale del 20 maggio. A riguardo si erano già espressi il Presidente del Senato R. Schifani e il Presidente del Coni G. Petrucci.
Questo il testo del Comunicato Ufficiale: “Ammenda di € 20.000,00 alla Soc. NAPOLI per avere suoi sostenitori turbato l’esecuzione dell’inno nazionale con ininterrotte bordate di fischi; per avere altresì, nel corso della gara, fatto esplodere e lanciato nel proprio settore, nel recinto e sul terreno di giuoco innumerevoli petardi, bengala e fumogeni; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all’art. 13 comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza“.
Immediate le reazioni del popolo della rete e della tifoseria partenopea in particolare. Forse, a nostro parere, per due fondamentali ragioni. Innanzitutto viene da chiedersi come possa affermarsi, oltre ogni ragionevole dubbio, che proprio i napoletani si siano macchiati di un così disonorevole gesto. Ma soprattutto, ciò che rileva è che forse il Giudice Sportivo dovrebbe spiegare per quale motivo nessuno ha sentito i cori “beceri” levatisi dal settore juventino (questa volta senza alcun dubbio) durante il minuto di silenzio. Qualcuno dovrebbe spiegare perchè si stigmatizza sempre quanto fatto dai napoletani sottacendo, forse volutamente, quanto il popolo partenopeo è costretto a subire durante l’intera stagione calcistica.
La redazione si è già espressa al riguardo. Ha già sottolineato il suo punto vista sui fischi durante l’inno (clicca qui per leggere l’articolo) e ha già espresso il suo parere in merito al trattamento riservato ai partenopei allo Juventus Stadium (clicca qui per leggere l’articolo).
Equità. Quello che manca è fondamentalmente l’equità di giudizio. Perchè siamo convinti che certe decisioni non siano assunte in mala fede, ma che siano profondamente inique non può nasconderlo nessuno.