E la chiamano ancora fortuna.
Lo fanno tutti quelli che non riescono ad accettare le qualità imprenditoriali e gestionali di un uomo che ha riscritto il destino del calcio a Napoli nell’ultimo ventennio.
Fu la fortuna a fargli credere in quel ragazzo argentino divenuto Lavezzi; sempre la fortuna a fargli spendere 5 milioni per accaparrarsi un talentino di nome Hamsik dal Brescia; ancora la fortuna a spingere l’acquisto di Cavani, mentre a Palermo festeggiavano per il suo addio definendolo un pacco.
E poi a scoprire Mazzarri, a capire che in quel momento storico serviva uno come Benitez, a credere nelle capacità di Sarri, mentre intorno si gridava al ridimensionamento.
Ci vuole onestà nel giudicare l’operato degli uomini e, nel calcio forse ancora di più che altrove, serve una visione aperta e completa: tra i mille difetti di comunicazione, tra le assenze di empatia con i suoi tifosi, spiccano doti non comuni che non possono essere ignorate e sottovalutate. Anche perché sono quelle che poi realmente cambiano i risultati delle partite, ciò che conta davvero.
De Laurentiis è uno dei pochissimi imprenditori italiani (veri) rimasti nel calcio e già per questo gli andrebbe data riconoscenza.
Quest’estate, quando anche l’anagrafica avrebbe potuto giustificare qualche piccolo errore di valutazione, ha dato lo smacco più grande ai suoi detrattori, costringendoli a una rettifica delle proprie idee più stabili.
Kvaratskhelia sembra essere l’ennesimo coniglio dal cilindro, un talento puro e preso a soli 10 milioni e non certo grazie alla fortuna.
Importante l’operato di Giuntoli, anche quella una sua visione futuristica ben riuscita: un dirigente preso dal Carpi e a cui, molto lentamente va detto, sono state affidate le chiavi del mercato.
De Laurentiis vede oltre e questa cosa gli è sempre riuscita, a costo di risultare un antipatico utopista e fuori dal tempo.
De Laurentiis ti guarda e ti fotografa, ti sa dire chi sei, chi sei stato ma, soprattutto, chi sarai.
Il Napoli 2022-2023 è invece la foto che racconta che questo è ancora il suo tempo e, a distanza, occhio anche a quello che è stato capace (e sarà capace) di fare a Bari.