“Dios es fiel” . Questa è la maglia che il Matador azzurro ha con orgoglio esibito a fine partita.
Quella partita, il cui esito è stampato nel cuore, e anche sulla pelle, degli azzurri e dei tifosi.
Quella partita che ha sancito l’inizio di una nuova era calcistica partenopea. Perchè dopo anni e anni, di ingiustistie e soprusi, sono arrivate le prime rinvincite.
E quella magica notte del 20 maggio 2012 il Napoli ha ottenuto, onore, rispetto, dignità e gloria riassunte in un trofeo alzato al cielo: La Coppa Italia.
Tutta la squadra ha brillato, dimostrando di poter indossare i “vestiti” di una grande squadra. Perchè il “fisico” c’è , anche se a volte manca quella tranquillità e sicurezza mentale che gli possa assicurare costanza e continuità.
Tra le stelle che brillavano in cielo e in campo, una luccicava più di tutte. Una stella in continuo movimento, che “bruciava” il terreno da gioco, da una porta all’altra, correndo da un estremo all’altro, instancabile, e non perdendo mai quella sfavillante lucentezza, tipica delle più rare stelle sudamericane.
Perchè se il Napoli,in questa stagione, ha raggiunto certi livelli e certi traguardi, altri invece sfiorandoli appena regalando solo un amaro ricordo, è grazie ai capolavori di “un certo” Edinson Cavani.
Sessanta sei, per l’esatezza.
Ha replicato la stessa cifra dell’anno precedente. Riconfermando le 33 reti annue. Ma il Matador, non si accontenta, fiero di non aver peggiorato la personale “media reti”, ma insoddisfatto per non aver potuto regalare ai suoi tifosi una collana più copiosa di perle rare.
Perchè il fiuto del goal non gli manca, e nemmeno quel certo grado di “spettacolarità” da trasformare una palla tirata in rete, in un gioiello da collezione.
Gioelli lavorati con cura. Con quella accuratezza che solo un “mastro” di esperienza e bravura può possedere.
Il Napoli non può farsi sfuggire un campione del genere. Un uomo vero dentro e fuori dal campo. Un ragazzo dedito al lavoro, al bene della famiglia e a quel “Dios” che ama con ardore. Un campione da “blindare” per sempre nel golfo di Napoli.
Perchè sarà lui a portare in alto gli azzurri, facendo sognare ed emozionare, ancora, un’intera città.