C’è poco da emozionarsi.
Per una volta che sembrava tutto perfetto.
Cristiano Ronaldo al Napoli sarebbe oggi il peggior colpo di mercato possibile.
Per come si è compattato l’ambiente, per l’idea tattica che si sta componendo, per la filosofia di spogliatoio che si sta provando a costruire.
In un momento in cui si stanno mettendo le basi per un nuovo futuro, l’affare Ronaldo potrebbe trasformarsi in una bomba ad orologeria.
Euforia ed adrenalina immediata ma poi? Significherebbe pensare all’oggi senza preoccuparsi degli impatti sul futuro.
Un’operazione mai compiuta prima da De Laurentiis.
Per stare dietro al fenomeno Ronaldo (e non a Ronaldo il fenomeno, altra cosa) ci vorrebbe uno sforzo enorme che rischierebbe di distogliere l’attenzione da ciò che conta davvero in una fase di rivoluzione così delicata.
Per valorizzare a pieno un’operazione del genere ci vorrebbe un upgrade dell’area marketing, una serie di persone da ingaggiare a seguito del calciatore, praticamente un’altra azienda all’interno della stessa SSC Napoli, capace di lavorare 24 ore al giorno per l’azienda CR7.
Ne vale davvero la pena per un anno o poco più?
Senza pensare alla perdita di Osimhen, calciatore fondamentale, con le sue qualità, per l’idea di gioco di Spalletti.
Vero, con 100 milioni si potrebbe acquistare anche un altro attaccante simile al nigeriano ma si dubita che Mendes e il suo entourage possano essere d’accordo.
Cristiano dovrebbe essere il Napoli. Punto. È sempre stato così ovunque è andato.
Discorso che poteva andare bene quando in campo la differenza era realmente abissale rispetto ai compagni: ma si potrebbe dire lo stesso oggi a 38 anni?
Scaricato dal Manchester United e proposto a mezza Europa. Giusto farsi qualche domanda no?