Partita che lascia un amaro in bocca difficile da togliere anche mangiando cento caramelle. Così si può descrivere il pareggio di ieri sera tra Napoli e Lecce. Se il risultato di Firenze poteva essere giustificato e non doveva far scattare allarmismi inutili, l’1-1 contro i salentini è da criticare con forza. Il Napoli ha imparato sulla sua pelle come questi punti persi tra le mura amiche contro le piccole possono far davvero male a fine campionato (Empoli e Spezia insegnano): la vittoria al Maradona contro una neopromossa era d’obbligo. E invece così non è stato.
Eppure, il tifo napoletano non ha esitato un attimo e ha subito deciso di buttarsi giù. Una reazione a dir poco esagerata per una squadra ancora in fase di rodaggio. Ma forse questo punto non è stato colto.
Le vittorie convincenti con Verona e Monza hanno fatto esaltare in maniera eccessiva la piazza: si è passati in poco tempo dal “Napoli scarso, non arriverà tra le prime quattro” a causa del mercato non ritenuto all’altezza, al “Napoli da scudetto” per due vittorie contro due squadre modeste e tre nuovi acquisti. Entusiasmo sconsiderato.
Adesso, invece, riecco il pessimismo. Due pareggi con Fiorentina e Lecce hanno fatto cambiare repentinamente l’umore del tifo partenopeo che si è gettato in un lago di disperazione e rassegnazione.
Così come la squadra, non si sono salvati nemmeno i singoli da questi sbalzi d’umore. I due uomini chiave di inizio stagione sono stati sicuramente Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen: 5 gol e 2 assist in due hanno fatto schizzare al cielo il morale della piazza. Così, il georgiano e il numero 9 azzurro hanno fatto impazzire i supporter azzurri e sono stati elogiati da chiunque. Forse anche un po’ troppo, visto il valore dei difensori avversari.
Ecco infatti, che sono bastate due prestazioni sottotono per far ricredere tutti: critiche su critiche hanno colpito i due ragazzi in queste ultime ore. Un giudizio negativo eccessivo nei confronti di due giocatori che fino a sette giorni fa erano considerati tra i migliori talenti del campionato.
Ma il tifo napoletano è fatto così, non lo scopriamo di certo oggi. Le mezze misure, le famose vie di mezzo, non sono prese in considerazione: esaltazione o disperazione, non c’è altra strada (parafrasando mister Spalletti).