Uno dei temi sempre più discussi tra le sale del palazzo del calcio italiano è certamente quello riguardo l’indebitamento del calcio. La situazione non era delle più positive prima della pandemia, ma l’emergenza sanitaria ha aggravato parecchio le casse delle squadre italiane.
A tal proposito, si è espresso Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A ai microfoni di RadioRai.
Di seguito quanto evidenziato:
“Sulla questione dell’indebitamento del calcio, l’impatto della pandemia non può essere dimenticato, sebbene prima dello scoppio della pandemia non è che vi fosse una situazione largamente positiva che poi la pandemia ha ulteriormente esasperato. C’era già una situazione critica. Occorrono degli interventi immediati che sono quelli in parte proposti dalla Federazione, che noi stiamo seguendo e che si legano in qualche modo ai criteri Uefa; cioè di accompagnare le squadre progressivamente verso dei paletti rispetto al salario”.
“Non parlo del ‘salary cap‘, ossia del singolo stipendio, parlo della voce complessiva salario nel bilancio e quindi oggi noi abbiamo casi che superano il 90 per cento come impatto, un tetto che poi difficilmente consente a un’azienda di lavorare in modo efficace. Questo è solo uno degli esempi, ce ne sono diversi: comunque ora il tema fiscale è il più urgente, bisognerà trovare delle forme di rateizzazione per consentire alle squadre di pagare i contributi senza avere un impatto devastante sui loro bilanci”.
Sul fuorigioco semi-automatico: “Un tema della Lega di A è quello di evitare polemiche e dubbi su interventi di gioco. Per questo stiamo lavorando per accelerare il prima possibile l’introduzione del fuorigioco semi automatico in Serie A – aggiunge – Sappiamo che non è la soluzione di tutti i problemi ma è indubbio che ci sono stati alcuni episodi e dal punto di vista tecnologico la Lega è pronta, ovviamente discutendone con la Figc. Se nel 1982 avessimo avuto questa tecnologia, non avremmo vinto il mondiale e Gentile non avrebbe finito il torneo. Al momento, l’effetto positivo che la tecnologia dovrebbe avere è quella di evitare il più possibile la cultura del sospetto: maggior trasparenza, dialoghi degli arbitri resi noti. Certo, qualche errore ci sarà sempre, siamo umani“.