Il Commissario Tecnico dell’Italia Roberto Mancini ha rilasciato alcune dichiarazioni all’edizione odierna de Il Mattino per parlare ovviamente dell’Italia, ma anche di Napoli, visto che la Nazionale partirà proprio dallo stadio Diego Armando Maradona per le qualificazioni a EURO2024 nella sfida contro l’Inghilterra.
Questo post in breve
- 1 Mancini ricorda la prima volta a Napoli
- 2 “Io insieme a Maradona?”, risponde Mancini
- 3 “Italia-Argentina del 1990: ecco per chi tifò Napoli”
- 4 Mancini su Di Lorenzo e Raspadori tra Napoli e Italia
- 5 “Scudetto al Napoli?” risposta da brividi di Mancini
- 6 La battuta di Mancini su Osimhen
- 7 I complimenti di Mancini a De Laurentiis
- 8 Mancini su Insigne e la promessa ai napoletani
Mancini ricorda la prima volta a Napoli
Cosa ricordo del 4 aprile 1982? L’emozione dello stadio gigantesco, 16 anni e mezzo e sono titolare nel Bologna che affronta il Napoli. A quei tempi, gli spalti erano sempre pienissimi a Fuorigrotta, sapevi di dover fare i conti con quella passione senza fine da parte dei napoletani ed era una cosa che pesava. E mi sa, che quella volta perdemmo….
“Io insieme a Maradona?”, risponde Mancini
Una volta Mantovani, forse scherzando, mi disse che Ferlaino lo aveva chiamato per chiedere di me e di portarmi a Napoli. E che lui rispose: Certo te lo do, ma a patto che facciamo uno scambio con Diego.
Italia-Svezia 2-1, 14 novembre del 1987? Quello era il match decisivo per andare in Germania Ovest, all’Europeo. E ovviamente il dodicesimo uomo in campo fu proprio il pubblico di Napoli. Giocare al San Paolo era sempre strepitoso, ti sembrava di respirare ogni volta il clima di una finale di Coppa dei Campioni. Ed era lo stesso anche con la Nazionale. Io ero in panchina, e la gara la decise il mio amico Vialli con una doppietta. Adesso sarà la prima della Nazionale senza di lui. Saranno giorni difficili, il vuoto grande che sento ogni giorno lo sentiremo ancora più forte. Tanti anni insieme, tanti ricordi meravigliosi, tanti giorni allegri. Tutto quello che ci ha lasciato deve esserci utile per il nostro presente e il nostro futuro».
Maradona giocò con noi a Genova prima di lasciare l’Italia, per tutti noi è stato tra i più grandi campioni del mondo. È stato un dono del dio del calcio vederlo ogni domenica giocare in Italia per così tanti anni, nel nostro campionato. Lui era perfetto per Napoli e il Napoli era perfetto per lui.
“Italia-Argentina del 1990: ecco per chi tifò Napoli”
Per l’Italia. Poi, chiaro, non era semplice per un napoletano visto che dall’altra parte c’era Maradona. Lui era un altro napoletano, mica era solo un argentino. E quindi per molti è stata una battaglia di sentimenti, Diego fece delle dichiarazioni intelligenti prima di quella semifinale, fece quello che doveva fare un leader. Ma allo stadio tifavano tutti per l’Italia.
Tornare a Napoli e con l’Italia mi rende felice. E poi in questo momento magico anche per il Napoli. Sappiamo che abbiamo scelto il posto giusto dove iniziare con il piede giusto.
Mia mamma è di Roccadaspide, vicino Salerno, la sento un po’ la mia terra quella regione. Venire a respirare l’atmosfera di Napoli è sempre un piacere, non solo per i miei tanti amici. È stato sempre speciale, anche quando ci venivo da avversario. Figurarsi ora che sono il tecnico della Nazionale.
Mancini su Di Lorenzo e Raspadori tra Napoli e Italia
Di Lorenzo è cresciuto tanto, ma anche all’Empoli dava segnali importanti. Ora ha raggiunto un livello psico-fisico altissimo. Ho parlato con Raspadori in queste ore, mi ha detto che sta lavorando per tornare presto in campo: spero davvero che riesca a fare in tempo. Raspa è straordinario come disponibilità e serietà. Davvero per certi versi ha doti uniche. Lo seguo dai tempi del Sassuolo.
“Scudetto al Napoli?” risposta da brividi di Mancini
Mancini, lei ha vinto nel 2000 lo scudetto alla Lazio. Prima ancora lo ha vinto alla Sampdoria. Sembra quasi una rarità che una squadra diversa da Milan, Inter o Juventus possa vincere lo scudetto. Perché?
La storia dice questo. È sempre tutto in salita vincere al Sud e lontano da Milano e Torino. Però sarebbe ancora più bello, per il nostro calcio, che questo avvenisse più spesso. E che non sia solo un’eccezione. D’altronde, come era ai tempi in cui giocavo io, quando il campionato davvero lo poteva vincere chiunque.
Il Napoli di Spalletti gioca molto bene. È primo e con ampio merito. E, fate gli scongiuri, io già in estate avevo previsto il trionfo degli azzurri. Dietro non mi pare che ci sia chi possa insidiare il primo posto, il vantaggio mi pare assai rassicurante ma capisco anche Spalletti che invita alla prudenza. Farei lo stesso anche io al suo posto. Hanno fatto le mosse azzeccate in estate, gli innesti sono stati quelli giusti come quello di Kim e Kvaratskhelia e ora sono protagonisti grazie anche a un calcio apprezzato ovunque in Europa.
La battuta di Mancini su Osimhen
Le servirebbe proprio Osimhen in questo momento?
Già, ma parenti italiani non mi pare che li abbia. O ce li ha? (ride, ndr).
Gigio è il nostro numero uno, la gerarchia è questa. Ma Meret lo abbiamo sempre chiamato e apprezzato anche quando non giocava con questa continuità nel Napoli. Perché l’ho sempre considerato come uno dei big italiani in quel ruolo. Ma Donnarumma è il titolare.
C’è la possibilità per questo Napoli di arrivare in alto anche in Champions?
Perché no? Chiaro, è faticoso restare a questi livelli su due fronti per tutta la stagione, ma per il tipo di calcio che sta mostrando in questo periodo, io non credo che il Napoli possa porsi dei limiti. Davvero, tutto può succedere anche in Champions perché è davvero una squadra forte.
I complimenti di Mancini a De Laurentiis
Squadre più divertenti? Napoli e Atalanta e in Europa il City, il Real Madrid e nonostante i problemi anche il Psg.
Del Napoli mi colpisce la serenità con cui va in campo, contro ogni avversario. La tranquillità che si continua a vedere anche quando ci sono i cambi, sembra che non succeda nulla e che non ci sia mutazione tra chi entra e chi esce. L’identità della squadra resta intatta. Giocano proprio un bel calcio.
De Laurentiis ha fatto un grande lavoro in questi due decenni in cui guida il club. Lo ha preso in serie C e lo ha portato quasi a vincere lo scudetto. Ogni anno migliora la squadra nonostante venda, inevitabilmente, anche i suoi calciatori migliori.
Glasner dell’Enitracht dice che il Napoli non gioca all’italiana? Questa roba è vecchia di 100 anni. Sono frasi fatte: sempre a dire queste cose, catenaccio e contropiede. Ma non siamo così da tempo. Sono tre anni che con l’Italia giochiamo bene, abbiamo vinto l’Europeo con personalità e abbiamo un dna di gioco ben preciso. E il Napoli dà spettacolo.
Mancini su Insigne e la promessa ai napoletani
Insigne e Bernardeschi? Perché no? Lorenzo ancora è uno di quelli che può tornarci utile… Vedremo.
Noi vogliamo essere trascinati alla vittoria dal pubblico di Napoli: vogliamo giocare bene e iniziare con il piede giusto questa avventura da campioni d’Europa in carica. Il girone non è facile, per questo bisogna sfruttare le gare di qualificazione in casa. Non possiamo consentirci di complicarci la vita…