È il giorno della vigilia di Torino-Napoli, match valido per la 27esima giornata di Serie A. Nonostante un vantaggio di 18 punti sull’Inter seconda davvero molto rassicurante, mister Spalletti vuole tenere alta la concentrazione della squadra.
Nessun pensiero alla Champions League, non ci saranno distrazioni dovute al sorteggio di ieri che ha messo di fronte Napoli e Milan ai quarti di finale della massima competizione europea.
Adesso c’è il Torino e bisogna vincere: nella mente dei giocatori deve esserci solo questo obiettivo, nient’altro.
Proprio della gara dell’Olimpico Grande Torino di domani, in programma alle ore 15, parla Luciano Spalletti all’SSC Napoli Konami Training Center di Castel Volturno nella consueta conferenza stampa della vigilia.
La conferenza stampa di Spalletti alla vigilia di Torino-Napoli
Di seguito le parole del tecnico di Certaldo in conferenza stampa.
Per me il tempo che passa mi crea sempre lo stesso problema, ovvero di creare qualcosa che mi crea soddisfazione. Noi verremo giudicati con la serietà e la professionalità con cui abbiamo affrontate le cose nel corso del tempo. Io ho questa esigenza e mi devo affrettare, perché io di tempo non ne ho molto. Devo dare valore a tutte le cose che mi passano avanti, soprattutto ora. Io sono disposto a tutto per il Napoli.
L’anno irripetibile sarà sempre quello dopo questo, e poi quello dopo ancora, sarà sempre così. Il meglio è sempre quello che vuoi andare a prendere, che vuoi andare a scoprire. Non ci si ferma, bisogna scavare sempre più in profondità per trovare qualcosa che ti dia sempre più soddisfazione.
Parlo volentieri del Torino, per il rispetto che riconosco alla squadra di Juric. Il Torino non cambierà atteggiamento, sarà una partita difficile. L’Eintracht ha cambiato qualcosa in vista della gara d’andata, sono stati costretti. Il Torino è un avversario complicato, perché è asfissiante in tutto quello che fa. Loro sono allenati a mantenere un livello di pressing in non possesso, ti costringono a ripartire dal portiere. Sono sempre disposti a farti sentire il fiato sul collo, per loro diventa un divertimento non farti giocare sul pulito. Sarà una partita difficile, stanno facendo un grande campionato. Con Juric ho anche discusso qualche volta, ma quando si parla c’è grande stima tra di noi.
Ogni momento può essere diverso, per cui è meglio non fare calcoli. Uno va ad affrontare il momento in cui ci sono le situazioni dove bisogna mettere mano, per cui si trova sempre un modo per migliorare. Fin quando alleno? Si vedrà, se penso a quello che mi regala la squadra, vorrei vivere in eterno. Se penso invece a quello che è successo in città qualche giorno fa, vorrei non esserci dentro, vorrei non fare parte di questo mondo. Per cui dipende da cosa riesci a percepire come amore, perché in fondo la cosa che conta è quanto hai amato le cose e quanto sei amato.
Ci può essere che ci sia qualche titolare differente a quello della partita precedente, ma si fa quello che si fa sempre, prepararsi al meglio per la prossima partita. Le partite vanno affrontate una alla volta, i conti vanno fatti alla fine. Le alternanze si fanno in base alla condizione dei singoli e alle loro caratteristiche. Non ho il timore di sbagliare in maniera profonda, perché qualsiasi cosa scelgo, scelgo bene, ho tutti i ragazzi interessati alla causa e molto disponibili dal punto di vista fisico e mentale. Tutti parlano del prossimo turno, tutti parlano di risultato già acquisito e quindi si parte da una situazione di svantaggio dal punto di vista mentale. Se si è costretti a subire questa idea, questo racconto che sei già di là mentre devi affrontare una partita, ti costa ancora di più di quello che è il costo reale delle partite, ti mette in una situazione di difficoltà.
Penso alla qualità del portiere che ha il Torino quando gli riportano palla dietro e sei costretto in una pallata solo a ricomporti in difesa, visto che lui da dentro l’area piccola te la mette dentro l’area tua. Sono cose che fanno parte del calcio moderno, loro hanno questa situazione, oltre che fisica, hanno attaccanti di velocità e tecnica. Li conosco bene, Karamoh l’ho allenato all’Inter e ha questi guizzi che ti creano problemi. Il calcio va avanti e ci sono sempre cose da apprendere. A loro non interessa accorciare il campo, loro lo allungherebbero perché vogliono fare queste corse dietro al pallone come si faceva da ragazzi. Così si fa fatica a dare qualità al nostro gioco.
Raspadori non recupera per domani, non andrà nemmeno in Nazionale. Ndombele è un giocatore forte, inizialmente non lo conoscevo bene, ma io ho visto Milan-Tottenham e ce l’avrei visto bene nel centrocampo degli inglesi. È un giocatore che alleno volentieri, molto dolce, ha forza, motore, tecnica, questi guizzi di lucidità dove si libera lo spazio per andare a imbucare la palla con anticipo. Ndombele è un giocatore che mi garba, come si dice in Toscana.
Se si va a fare cose che si è abituati a fare, ci si trova più a proprio agio. Poi è chiaro che questo comporta di essere anche leggibili, ma quella che è la creatività di giocatori tipo Politano, Lozano, Kvara, Osimhen, Zielinski ed Elmas, va lasciata esprimere, la qualità individuale che serve per sbloccare il risultato.
Elmas o Simeone domani? Bisogna valutare che dopo c’è una sosta, quindi si può recuperare bene. Quelli che stanno bene e non subiscono un arrugginire fisico dalla partita precedente, possono giocare. Un po’ tutti meritano di giocare una partita da titolare, quelli che schiero a gara in corso hanno dato un risultato importante ai fini dell’obiettivo di squadra. Qualcosa cambierò, ma non fatemi dire cosa.
Il ritorno dei tifosi in trasferta per noi è fondamentale e spero non accada più quello che è successo in passato. La squadra si sente più forte con il proprio pubblico sugli spalti. La partita diventa più bella, perché quando viene escluso un pubblico a una partita, ce ne sono molti colpevoli, ma anche molti incolpevoli che vorrebbero essere lì e vengono colpiti inutilmente. Io ho temuto quando abbiamo giocato senza tifosi, i calciatori hanno bisogno dell’orecchio pieno che ci dà la curva. Ogni tanto può dare più la reazione del pubblico che un consiglio mio. Loro sono in grado di condizionare la partita su dei livelli che a volte la mia posizione non può garantire.
Tutto dipende da quello che mettono i calciatori, le loro scelte, la loro voglia di determinare e non vivacchiare, far vedere di pasta sono fatti. Lo vedi negli atteggiamenti, ci sono giorni che sono diversi dagli altri, ma tu devi andare lì e impostare un’altra giornata seria e professionale. I giocatori hanno capito bene cosa hanno di fronte, ce l’hanno bella chiara… Sanno quello che è il comportamento da avere. Di Lorenzo è una persona incredibile, in ogni allenamento che gli vedo fare, c’è sempre qualcosa di più. Da capitano mostra ogni volta quello che è il suo comportamento, che fa da traino ai compagni.
Zielinski mercoledì ha giocato come le altre partite. Lui si nutre di quello che è il comportamento della squadra o di quello che viene fuori per la volta successiva e metterci qualcosa in più. È un giocatore che ha tecnica, gol, secondo me sta mettendo mano in maniera pesante sul suo carattere, perché a volte se sei troppo buono in questo mondo non è sempre un bene. Kvaratskhelia quando ha fatto quel gol che ha scartato tutti, aveva la vena sul collo quando ha calciato.
Zielinski rigorista con l’Eintracht? È stato deciso dai ragazzi, nel nostro spogliatoio c’è democrazia. Se i calciatori decidono di fare diversamente a quelle che erano le indicazioni, ora sono più tranquillo, a fine allenamento si allenano sempre a calciare i rigori. Lui è andato lì, ha chiesto di poterlo calciare e ha quel punto si sta buoni ed è bello vedere che collaborano così e che si danno mano e partecipano tutti.