Sono giorni di festa a Napoli per la vittoria dello scudetto della squadra di Luciano Spalletti. I tifosi non vogliono smettere di gioire e “I campioni dell’Italia siamo noi” riecheggia in ogni angolo della città. Purtroppo però non è così nelle altre parti d’Italia. Dopo le scene vergognose di Udine e Avellino, anche da Varese arriva una testimonianza shock.
In un video che circola sui social, un tifoso del Napoli, di nome Luigi, ha raccontato di un’aggressione avvenuta da parte di un gruppo di ultras varesini. Queste le sue parole.
Stavo con la mia famiglia in macchina, c’erano i mie figli di 2 e 9 anni, quando loro ci hanno assalito in venti. Ci hanno lanciato le bottiglie contro l’auto e, quando siamo scesi, hanno massacrato di botte me e un mio amico. Io ne capisco di mentalità ultras, sono stato in un gruppo ultras di Mondragone per cinque anni e non mi sono mai permesso di aggredire una famiglia di tifosi. Tra tifosi e ultras c’è differenza e questi di Varese non hanno stile ultras, non te la puoi prendere con dei bambini, mia figlia di 9 anni sta ancora piangendo per la paura.
Eravamo al semaforo con una semplice bandiera e stavamo bussando il clacson, quando ci siamo trovati una ventina di persone incappucciate che ci hanno fatto un agguato. Hanno bloccato la macchina, l’hanno distrutta con bottiglie di vetro e poi ci hanno riempito di botte, stando in due contro venti.
Io perdo sangue dal naso, mi fa male la tempia, ma fortunatamente niente di che. Io vengo da Mondragone e sono qui per lavoro, ma preferisco andare a lavorare domani tranquillo e non fare nient’altro. Loro stasera non avevano niente da fare per prendersela con una famiglia.