Il Napoli è in netta ripresa sotto la guida di Francesco Calzona, con i risultati positivi che stanno arrivando seppur con dei dati sfavorevoli. Spiegato il reale problema degli azzurri, che non è a sorpresa la difesa.
La stagione del Napoli è ed è stata fin qui deludente, visto che all’inizio dell’anno si puntava ad una stagione in linea con quella precedente. Purtroppo così non è stato, anche a causa di alcune scelte errate effettuate dalla dirigenza, che poi hanno portato il Napoli ad una situazione critica.
Nel corso della stagione son passati tre allenatori sulla panchina azzurra, e solamente con Calzona c’è stata una leggera ripresa, anche se i problemi persistono. Ecco svelato il vero e proprio problema del Napoli in questa stagione.
Svelato il vero problema del Napoli in questa stagione: a sorpresa non si tratta della difesa
In casa Napoli si guarda positivamente ai recenti risultati, visto quello che era stato l’andamento sotto le guide di Rudi Garcia e Walter Mazzarri. Dal momento dell’approdo sulla panchina del Napoli di Francesco Calzona, c’è stato un cambiamento nel trend dei risultati, ma alcuni problemi sono ancora presenti. L’allenatore del Napoli è riuscito a risolvere alcuni problemi all’interno della squadra, mentre su altri si fatica ancora a trovare la giusta quadra. Si potrebbe pensare alla difesa, ma a sorpresa non è quello il reale problema del Napoli in questa stagione. Ecco qual’è il problema del Napoli in questa stagione, stando a quanto spiegato da Marco Giordano per Spazionapoli.it:
“Il Napoli di Calzona pende sempre almeno un gol, e ciò ha determinato anche il pareggio contro l’Inter. È la fase difensiva che non va nel Napoli, e Calzona sta passando il suo tempo per migliorare un aspetto in particolare: il filtro a centrocampo. Ci sono dei dati che evidenziano questo aspetto. Nella partita di ieri, la pericolosità delle azioni fatte in transizione dall’Inter è stata quasi del 60%. I nerazzurri ogni volta che ripartivano in contropiedi, trovavano degli spazi tra le maglie del Napoli. L’indice del Napoli per le azioni in transizione è stato del 44%, ossia ben 16% in meno dell’Inter. Questo significa che l’Inter era posizionata meglio rispetto al Napoli. Questo tipo di differenza nasce da una diversa capacità di filtrare l’azione avversaria. Gli attaccanti ed i centrocampisti devono bloccarti quando sei in ripartenza.
L’Inter è stata più veloce nel possesso palla (36 km/h velocità del pallone), mentre per il Napoli “solo” 33 km/h. C’è una grande differenza, perché quei 2-3 chilometri in più segnano una maggiore difficoltà nell’intercettare il pallone. Un’altro indice importante riguarda il possesso palla, che può essere effettuato tramite passaggi o la conduzione del pallone. Se si conduce palla è più facile perderlo, vista la maggiore pressione. Per quanto riguarda l’Inter, la differenza tra conduzione e passaggi è stata pari, 50% per parte. Nel Napoli invece c’è maggiore difficoltà nel passaggio a causa dell’interdizione avversaria. Ciò evidenzia una conduzione al 57%, mentre i passaggi sono al 43%.
Il filtro avversario contro il Napoli funziona sempre, mentre quello degli azzurri funziona meno. Tutto questo trova un altro riscontro sul quale Calzona sta lavorando ossessivamente. Solo Lobotka riesce ad avere un numero di azioni difensive degno di un centrocampista (6 nel totale: 3 palle spazzate, 2 intercetti, 1 tackle riuscito). Gli altri azzurri sono molto lontani da queste medie: Anguissa due azioni difensive (1 spazzata e 1 tackle), Traorè (1 intercetto), Cajuste (1 tackle). Troppo poco paragonadole alle azioni difensive dei centrocampisti dell’Inter: Mkhitaryan (6), Calhanoglu (5), e anche Barella e Frattesi hanno avuto numeri maggiori. Questo significa che nell’Inter il filtro e l’interdizione funziona. Lo dimostra anche il numero più basso di gol subiti dall’Inter. Solo quando l’Inter si è stancata, il Napoli è riuscito ad essere incisivo.
Questo è il punto dolente su cui Calzona sta lavorando e su cui il Napoli deve capire come muoversi nella prossima stagione, sia su un nuovo allenatore sia su nuovo acquisti da fare. Questi sono gli aspetti determinanti che spiegano le fragilità difensiva di una squadra, che con questo rendimento deve affrontare le ultime nove giornate di campionato, sperando di trovare dei clean sheet per raggiungere le posizioni che portano alla Champions League”.
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