Dopo l’emanazione della sentenza che ha assolto Acerbi, si continua a parlare ancora di questo caso che vede coinvolto l’azzurro Juan Jesus. L’agente del brasiliano ha attaccato duramente la Gazzetta dello Sport.
La sosta delle Nazionali è stata fortemente condizionata dal caso Acerbi-Juan Jesus. Durante Inter-Napoli, il difensore nerazzurro avrebbe offeso con un insulto razzista il difensore azzurro, ma dopo le audizioni dei due, è arrivata l’assoluzione di Acerbi.
Una sentenza che ha scatenato l’ira e la delusione di Juan Jesus, che si è espresso ieri tramite un comunicato ufficiale. Nonostante il caso si sia ormai chiuso, si continua a parlare e fare ipotesi sull’accaduto, e ciò ha creato del malumore all’agente di Juan Jesus, Roberto Calenda, che si è espresso duramente su X.
L’agente di Juan Jesus attacca La Gazzetta dello Sport: c’entra il caso di razzismo
Il caso di razzismo tra Acerbi e Juan Jesus sembra destinato a non trovare mai la fine. Dopo l’esito della sentenza arrivata martedì – che ha assolto Acerbi – si è scatenata una nuova serie di reazioni su quanto accaduto. Alcune analisi da parte de La Gazzetta dello Sport sulla vicenda tra Acerbi e Juan Jesus – nello specifico sulle audizioni dei due ma non solo – non sono piaciute all’agente del brasiliano. Difatti Roberto Calenda tramite un tweet sul suo profilo X ha attaccato La Gazzetta dello Sport per quanto riportato sulla vicenda:
“Ho sentito e letto varie ricostruzioni molto discutibili sui media riguardo gli ultimi sviluppi della vicenda Juan Jesus – Acerbi. In particolare nell’articolo a firma della giornalista Elisabetta Esposito, pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, sono contenute gravi inesattezze e deduzioni fantasiose e, per certi versi, offensive. Voglio, quindi, precisare quanto segue a tutela della reputazione mia e di Juan a cui ho cercato di dare tutto il supporto in questi giorni così difficili:
- Juan Jesus si è presentato all’audizione senza avvocato perché essendo teste/persona offesa non è prevista la presenza di alcun legale: lo stesso Ufficio che lo aveva convocato aveva precisato questo aspetto. Non ci siamo dimenticati dell’avvocato: abbiamo seguito le regole. Basta conoscerle;
- Juan Jesus ha dato il suo contributo alle investigazioni, raccontando quanto successo e depositando anche un filmato, senza doversi affannare a “cercare” (ex post?) un compagno che potesse “confermare” quello che è chiaramente accaduto;
- posso rassicurare tutti, e in particolare la dott.ssa Esposito, che Juan Jesus capisce perfettamente l’italiano, sa leggere un verbale di dichiarazioni e non è un ingenuo né uno sprovveduto come viene dipinto nell’articolo, con accenti che, sinceramente, sembrano figli di stereotipi (per non dire altro) duri a morire e che non fanno onore al più importante quotidiano sportivo italiano;
- mi sarei piuttosto chiesto perché mai sia stata necessaria ad Acerbi una fitta preparazione di una settimana per “studiare la migliore strategia difensiva” se era così evidente l’assenza della discriminazione?
- mi sarei piuttosto interrogato su quali “prove” abbia portato Acerbi oltre alla sua interpretazione delle parole rivolte a Juan Jesus, … ma non faccio il giornalista e, quindi, non so spiegarmi perché queste semplici domande non siano state neppure affrontate.
Ancora una volta siamo di fronte al tentativo di non guardare il problema, fermandosi a considerazioni para-giuridiche maldestre e che non aiutano a capire. Peccato!”.