Dopo quelle rilasciate ieri al convegno ‘L’Italia è un paese razzista?’, il centrale azzurro Juan Jesus è stato protagonista di altre dichiarazioni
Dopo aver detto addio anche alle ultime speranze di accedere alla prossima edizione della Conference League, l’attenzione in casa Napoli è tutta rivolta verso la prossima stagione. In queste ultime ore, di fatto, si stanno susseguendo notizie su notizie su chi sarà il prossimo allenatore del club partenopeo.
Il nome designato da Aurelio De Laurentiis, almeno fino a questo momento, è quello di Antonio Conte. I due, infatti, sono impegnati in queste ore a limare i dettagli di un accordo che entrerebbe nella storia del Napoli, visto che così il pugliese diventerebbe l’allenatore più pagato della storia del club azzurro. Tuttavia, in attesa di conoscere ulteriori novità sul futuro allenatore dei partenopei, bisogna segnalare alcune dichiarazioni da parte di Juan Jesus.
Napoli, Juan Jesus confessa: “Lucio e Juan sono i miei punti di riferimento”
Il brasiliano, dopo le parole rilasciate ieri al convegno ‘L’Italia è un paese razzista, ha infatti rilasciato alcune parole a ‘BetssonSport’, sponsor del Napoli: “A chi somiglio? All’inizio somigliavo a Lucio, che era un mio punto di riferimento. In Nazionale da giovane ci paragonavano, forse perché ero un po’ più alto, forte fisicamente, rubavo palla e dribblavo tutti. Ho avuto, poi, la grandissima fortuna di giocarci assieme all’Inter, per me è stato davvero un onore. Oggi, però, somiglio più a Juan che giocava tempo fa alla Roma, lui è più cauto, più tattico e più tecnico. Dopo 10 anni di carriera si cresce, si impara. I miei due punti di riferimento sono questi. Loro sono riusciti a vincere tutto”.
Juan Jesus ha poi continuato il suo intervento: “Mi devo descrivere in tre parole? Divertente, giocoso e serio quando lo si deve fare. Quando c’è da lavorare. La mia prima volta al Maradona? E’ stato davvero bellissimo. Già ci avevo giocato da avversario tante volte, ma farlo con la maglia del Napoli è totalmente diverso: con la carica dei tifosi… una sensazione bellissima. Ho giocato in tre grandi città come Milano, Roma e Napoli? Aver vissuto la gioia dello Scudetto a Napoli dopo ben 33 anni, vedere la gioia delle persone… sono ricordi che porterò con me per tutta la vita. Napoli è un po’ più simile al Brasile. Qui le persone sono accoglienti, c’è unionePenso di aver fatto una bellissima carriera: sono arrivato in Italia a 18 anni ed avevo vinto già la Libertadores poi sono stati all’Inter, Roma e Napoli e qui ho vinto lo Scudetto”.