Kvaratskhelia torna a parlare delle sensazioni provate durante il suo arrivo a Napoli, svelando anche l’importanza di Maradona nella sua vita.
Il Napoli ha sempre avuto grandi calciatori nella propria storia. Il più grande di tutti è stato senz’altro Diego Armando Maradona, il Pibe de Oro. L’uomo che regalò al club e alla città i primi due scudetti. Si è dovuto attendere 33 anni prima che un’altra stella assoluta arrivasse in azzurro per portare un nuovo tricolore al Napoli: Khvicha Kvaratskhelia.
In molti fanno paragoni – molto azzardati – sull’importanza dei due calciatori. La verità è che il 77 ha invece avuto nell’argentino uno degli idoli di infanzia, grazie ai racconti del papà, da sempre grande fan di Maradona.
Kvaratskhelia su Maradona, le parole dedicate al “Dio del Calcio”
Khvicha Kvaratskhelia ha rilasciato un’intervista a The Players Tribune, dove ha parlato di svariati argomenti. L’attaccante georgiano si è anche soffermato su Diego Armando Maradona, spiegando che suo padre gli ha sempre parlato di lui come se fosse un “Dio”. Inoltre, Kvara svela anche le sensazioni provate nel momento in cui il Napoli manifestò interesse per lui.
Ecco, quanto evidenziato:
Quando ero bambino, mio padre parlava sempre di Maradona come se fosse un Dio. Perciò quando il mio agente mi ha detto dell’interesse del Napoli, non stavo nella pelle dalla gioia. Ero così felice. Ma mio padre? Incredibile. Mio padre urlò: “Non puoi dire di no al Napoli. Non puoi dire di no al club di Maradona!” Quindi non abbiamo dovuto pensare gran che. Non c’era niente da discutere.“Devi andare”. Non posso nemmeno descrivere le sensazioni. Ho detto: “Andiamo. Subito. Devo andare lì”.
Secondo quanto rivelato dall’attaccante georgiano, il padre lo spronò ad accettare il Napoli. Non poteva rinunciare a quest’occasione, significava tanto poter giocare nello stesso club di Diego Armando Maradona. Per questo motivo, Kvara non ci pensò nemmeno due volte ad accettare la proposta del club partenopeo. Inoltre, il classe 2001 racconta un retroscena davvero simpatico legato alla canzone “Live is Life”.
A Napoli, la prima sera, ho cantato quella. I miei compagni la sentono e mi dicono: “Ah, sei un ragazzo intelligente. Ci tieni proprio a fare subito una bella impressione ai tifosi del Napoli, eh?” Io non capivo. Poi, dopo la cena, Mario Rui mi si è avvicinato e mi ha detto: “Il titolo di questa canzone è Live is Life”. Mi ha spiegato: “Questa canzone è diventata un simbolo grazie a Maradona, l’ha resa famosa lui. Durante un riscaldamento, cominciò a giocare e a fare numeri con il pallone sulle note di questa canzone”. Ma giuro che non lo sapevo. Allora i tifosi hanno particolarmente apprezzato che la stessi cantando, ma sono stato solo fortunato. Ricordo i miei primi giorni a Napoli: dovunque guardassi, vedevo Maradona. Maradona, Maradona, Maradona. Maradona a Napoli è Dio. L’ho detto subito a mio padre. E lui mi ha risposto: “Portami lì prima che puoi!”.
Da quanto si evince dalle sue parole, è chiaro che Napoli abbia trasmesso determinate emozioni al calciatore georgiano.