Quantità, tenacia, inserimenti e anche qualche sorprendente preziosismo. I primi 35’ al San Paolo di Valon Behrami sono intrisi di sensazioni positive. E’ assolutamente prematuro valutare la qualità del calciatore, entrato in un test amichevole quando gli avversari iniziavano a pagare la fatica di un buon primo tempo e lasciavano intravedere qualche crepa. Ma il piglio con cui ha affrontato il suo esordio genera ugualmente un pacato entusiasmo, apprezzando i segnali d’amore alla causa Napoli, sposata senza batter ciglio. “Behrami sembrava facesse parte del gruppo da tempo”, ha dichiarato Mazzarri. Come dargli torto. Si è calato nel suo ruolo con grande naturalezza, bramoso di dimostrare sul campo che essere una seconda scelta proprio non gli si addice. Grido di battaglia, i suoi compagni di reparto sono avvisati.
10’ della ripresa. Lo svizzero prelevato qualche settimana fa dalla Fiorentina subentra a Dzemaili, tra l’altro stranamente abulico nella serata di Fuorigrotta. Si sistema nella posizione di interno destro del centrocampo a cinque (ma può coprire tranquillamente anche l’altro versante). La voglia e le prerogative fisiche si palesano nei suoi primi due inserimenti: scambi veloci prima con Hamsik e poi con Pandev, galoppata fino alla linea di fondo e cross insidiosi. Behrami c’è. C’è anche su un calcio d’angolo, sul quale prova una zampata ravvicinata spedendo la palla un metro sopra la traversa. Quando accanto a lui Mazzarri inserisce Christian Maggio, le scorribande sulla fascia destra si moltiplicano e gli azzurri sono sempre pericolosi nelle ripartenze.
Il San Paolo è chiaramente incantato dalla verve di Insigne, attende impaziente la prossima magia, eppure l’intraprendenza del numero 85 cattura gli guardi attoniti e li tramuta in applausi. Non eccelle in tenuta atletica, i carichi di lavoro si fanno sentire. Lo spirito da gladiatore, però, tanto caro al nostro allenatore, è già in vetrina. Tampona e rincorre con diligenza, l’inseguimento di Rolfes a sirene spiegate mostra tutta la sua caparbietà. Non si nasconde, si propone ai difensori e dialoga con i compagni prima di tuffarsi puntualmente nei varchi che si aprono. Nei minuti finali la sua cresta diventa di platino quando fa proseguire con un colpo di tacco il disimpegno di Gamberini, scatenando il contropiede azzurro. Perle non proprio caratteristiche del suo repertorio, uno strappo alla sua disciplina operaia che certamente non è dispiaciuto.
Sfrontato e sicuro di sé, un debutto con i fiocchi. E’ solo l’inizio. Il primo impatto spesso si rivela ingannevole, il suo compito è regalarci conferme. Da subito. Guai a chi, però, commette un errore grossolano basandosi sulla gara di ieri. Behrami non rimpiazzerà l’eventuale partenza di Gargano. Sono calciatori per certi versi simili, ma ognuno funzionale alla sua causa. Il Mota è l’unico dei centrali partenopei a poter rivestire il ruolo di Inler davanti alla difesa (eccezion fatta per il mistero Donadel), così come lo svizzero ha maggiore propensione ad offendere ed infilarsi negli spazi. Valon è un valido acquisto, ma l’uruguaiano non si tocca.